Google+

martedì 17 marzo 2015

AAS Lab: piangere


Ho pulito bene la mia bottiglietta riciclabile, ho incollato un’etichetta.
Partenza alle cinque del mattino, la provincia babba ci aspetta.
Il fiato appanna i vetri dell’auto, la radio spenta, quel Cristo di mio padre neanche ci prova a girare la manopola, del resto o Radio Maria o morte.
Un interminabile rosario, mia madre e mia nonna non hanno smesso un istante - e tra un mistero glorioso e uno doloroso, siamo quasi arrivati.


Dopo tre ore e tre giri di coroncina finalmente l’edificio: una grande astronave.
Scendiamo come un commando che si prepara a un raid, che se lo cerchi mio padre il parcheggio, noi sgomitiamo tra la folla. E’ nonna il nostro panzer di sfondamento con il suo abito nero e bianco da serva di Dio. Credo che nei buchi della sua memoria siano rimaste intrappolate anche le ragioni di tutti questi pellegrinaggi. Le dico: nonna ma quale grazia chiedi? Grazia? E chi è Grazia, tua cugina? Io sono qui per lei, per la madonnina. Figghiuzza mia sussurra a svelarmi un segreto: solo lei ci può salvare.
Qualcuno mi pesta un piede, nonna sta per mordere il braccio grassoccio di una tizia che le sbarra il passaggio, ce la tiriamo che ha ancora la bocca spalancata.
Riusciamo ad entrare, la vedo sull’altare, mi blocco, come è piccola, eppure avverto addosso il suo sguardo, ne sono certa, sì, è me che sta fissando.

Quella ragazzina in fondo mi guarda, ma non è come tutti gli altri che cercano un dettaglio sulla mia porcellana, forse ho qualcosa fuori posto. Oggi sono davvero tanti, un esercito di formiche, io sul piedistallo, loro in basso, hanno macinato chilometri, hanno pagato agenzie di viaggio che hanno proposto programmi tutto incluso alle parrocchie, la concorrenza è grande - Lourdes, Belpasso, Medjugorje... - ; loro nel ruolo di pellegrini, io in quella di statua, impassibile. Tra breve inizieranno a salmodiare.
Oggi proprio non mi riesce, non sono concentrata, poco ci manca che qualcuno si faccia un selfie con me. Si avvicinano, mi scrutano con morbosità, qualcuno allunga la mano. No, in certe cose bisogna crederci, fino in fondo. Io vacillo.
Di una cosa sono certa, nessuno griderà in questa giornata domenicale, torneranno tutti da dove sono venuti, con i loro gusci.
Suderanno, questo l’unico umidore.
Il resto è un no.
Secco.


Adele Musso