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lunedì 29 giugno 2015

Il pranzo di Babette - le quaglie

Il racconto si svolge in una ambientazione fortemente puritana.
Il puritanesimo è un movimento protestante sorto nel sedicesimo secolo con lo scopo di purificare la Chiesa di Inghilterra da tutte le forme non previste dalle sacre scritture. È stato fondato da alcuni protestanti di orientamento calvinista poco dopo l’incoronazione di Elisabetta I di Inghilterra nel 1558.


Il pranzo di Babette è un menù del valore di 10.000 franchi che viene servito a
dodici commensali puritani la cui dieta abituale è a base di stoccafisso, zuppa di birra e pane. Per i puritani una mensa di lusso è peccaminosa.

La protagonista del racconto, Babette, cucina il suo pranzo con lo stesso intento con cui l’artista realizza l’opera d’arte che lo renderà indimenticato. La grazia è infinita, e ciò che nella vita puritana è stato respinto – cioè il lusso -, viene versato con abbondanza: “misericordia e verità si sono incontrate, rettitudine e felicità si sono baciate”. Queste le parole del generale Galliffet a fine cena.
Lo stesso generale, ricordando i tempi del Cafè Anglais, dice che la donna che cucinava in quel ristorante – desumiamo che Babette sia stata la cuoca -, aveva trasformato un pranzo in una avventura nobile in cui non si distinguevano più la sazietà del corpo e dello spirito.

Il piatto che genera più di tutti questa riflessione è il Cailles en sarcophage.

Giorgina D'Amato