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giovedì 22 ottobre 2015

Il territorio infestato

E poi quello che cadde dalla montagna, la montagna muta davanti il mare quieto (quel giorno) e il territorio con i suoi agglomerati o le case immischiate agli alberi; dagli organi di comunicazione la notizia di un incidente a mare - un tuffo su uno scoglio a pelo d’acqua – circolata dopo qualche giorno rispetto ad un trafiletto sul giornale di cui nessuno si era accorto, forse il trafiletto neanche c’era o tutti immaginarono di averlo visto sebbene non lo avessero letto (ammesso che così fossero andati i fatti).

Non ci credette nessuno, solo un’invenzione, la facciata per nascondere un’operazione di controllo (che sulla montagna ci fosse traffico si sapeva, e senza bisogno di salire per constatare di persona). 
Era bastato guardare i lampioni. 
Non erano tutti uguali. 
A prima impressione potevano sembrare uguali. 
Ponendo la giusta attenzione emerge la differenza tra cose simili (il territorio costringe ad affinare la vista, a riconoscere il pidocchio senza bisogno del pettine fino). 
Su uno di questi lampioni c'era una cassettina, formava un rilievo. 
Quale migliore evidenza. 
Non c'era neanche bisogno di dirlo cosa conteneva la cassettina.
Eravamo tutti intercettati, sapevano tutto quello che dicevamo; ascoltarono le telefonate, le chiacchierate a tavola, i programmi televisivi, le canzoni alla radio, i suoni dei videogiochi, le parlate all'orecchio;le parole dette si diffondono con l'aria. 
L'aria è pericolosa. 

Giorgio D'Amato