Il gambero è un animale non molto
lungo, con tante zampette, a volte si chiude in se stesso, con la testa tocca
la coda e diventa rotondo. Ha un guscio croccante di colore rosso intenso, ma
più spesso rosa pallido tendente al grigio o all’arancione. Praticamente è come
un verme corazzato con le antenne.
Si mangia in vari modi: cotto al vapore,
bollito con l’olio e il limone, arrostito, marinato, etc. Senza contare i
rigatoni gamberi, zucchine e besciamella, per dire. Mi è sempre piaciuto,
quest’animale, ma ne mangio un po’ meno da quando mi hanno detto che è lo
scarafaggio del mare. E se c’è una cosa che mi fa schifo è lo scarafaggio.
Un’altra cosa che mi dà fastidio
è sgusciarlo: si deve pugnalarlo con la forchetta e sezionarlo per lungo con il
coltello, poi estrarre la polpa. Una cosa laboriosa e poi a me non piace farlo
con le mani quindi mi aspettano ogni volta acrobazie di forchetta e coltello.
Una sera ero a casa di mia suocera a cena, mi ero stufata di sgusciare gamberi
con le posate, anche se mi piacevano. Lei mi dice: “Non ne vuoi più? Come
mai?”. Io rispondo: “Mi piacciono, ma mi secca sgusciarli”. Lei si gira
immediatamente verso mio marito e dice: “Li vuoi tu? Te li sguscio io”. Eravamo
già a un passo della separazione anche se lei non se l’immaginava.
Un’altra volta ero al ristorante
con un tale che frequentavo da un po’ e ci avevo pure fatto un pensierino su.
Invece lui, dopo qualche settimana, mentre eravamo a pranzo, mi dice senza
troppi complimenti che vuole mollarmi. Il cameriere uccide la mia voglia di
rispondere portando un vassoio di gamberi fritti. Io lo guardo masticare e
sgusciare, sgusciare e masticare, gli occhi tuffati nel piatto. Fisso fra le sue
dita unte un gambero che mi sembra sempre più scuro,
rossiccio e poi quasi nero. Che schifo. Scarafaggio.
Marisa Vinci