Google+

giovedì 24 dicembre 2015

CINICO NATALE: La vendetta del bambinello

Ma te lo immagini stasira spunta mentre siamo tutti ca manciamo?
Cu?
‘U bambinello.
Che era assai che mancava, ci avevano dato l’ergastolo, che a nessuno ci voleva dire dov’era. 
Era tinto da nico e nico, che per fare i primi esperimenti, una volta calò la gabbia con i cardellini nella bagnina con l’acqua e la candeggina. Doppo che gli aceddi la smisero di agitarsi – che l’aveva calata a metà -, ce la infilò tutta. Mignazza parevano colombe in miniatura, bianche bianche – ora sono pulite, disse, e poi aggiunse che se ci avesse messo l’acitu, degli aceddi non si recuperavano manco l’unghie.
Ma te lo immagini stasira spunta? Sarà arraggiato.
E infatti a mezzanotte spuntò, preciso, con il mitra, sparò a tutti, a sua mugghieri ‘na rafficata sullo stipo – aveva saputo di cose di corna -, a suo fratello ‘nte palli – per lo stesso motivo di sua moglie -, a tutti l’avutri a dove pigghio pigghio. Insomma, la notte di Natale ‘u bambinello arrivò e scannò a tutti. ‘U bue, che ancora lo dovevano arrostire, se lo mangiò crudo, a sfardare carne con i denti, l’asinello invece lo guardò ‘nta facci, che quello pure che era sceccu aveva capito: curò, mi pari piatusu, ti sparu!

Giorgio D'Amato