Interruppi la corsa appoggiandomi al muro d’ingresso della scuola, con la tachicardia per i tre caffè bevuti e con il folle desiderio di abbattere la barriera che avevo creato la sera precedente, una barriera di polvere che aveva patinato le lenti dei miei occhiali, offuscando il colore dei capelli e degli indumenti della ragazza con cui ero uscito e che mi portò a seguire l’odore di rosa per una recondita viuzza del centro città.
Quando entrai in classe vidi che portava la camicetta dai primi due bottoni slacciati e che indossava anche la sera precedente e, d’istinto, mi sedetti a fianco a lei in ultima fila, sorridendole senza ricevere nulla in cambio se non un sms:
DOVE SEI SCAPPATO IERI SERA?
Le risposi su un bigliettino di carta:
C'era troppa polvere in camera, dovevo scoparla via
Lei rigirò il biglietto e ci scrisse su:
Alle tre del mattino?
Presi il biglietto e lo stracciai in quattro parti, riuscendo solo a mascherare tutto l’interesse che sei mesi dopo Livia aspirò e buttò nel cestino.
Roberto Zagarese
Roberto Zagarese