Si affolla ancora di intrighi dentro le cattedrali scure. Les Halles si rinnovano con grandi opere.
Dentro la cattedrale di S. Eustachio ci vivono ancora Moliere e Rechelieu, Luigi XIV e Luigi XVI separati da una ghigliottina.
Qui ricevettero battesimo e cresima.
Riunirono folle affamate sciamanti dai vicoli, dalle bocche urlanti e i pugni alzati verso Bastille. Non esitavano a strappare le borse ricolme d'oro tagliando la gola nelle taverne unte di vino.
Le voci sono ancora udibili sotto la Marianne che sventola il tricolore. Che sventola ancora in Place de la Republique. Il basamento è adesso un mosaico di candele che si spengono e fiori che appassiscono. Vasi di tulipani - li amano così tanto - bandiere tricolori, bandiere di ogni Nazione.
Le foto, i nomi incollati con l'adesivo trasparente, ben visibili sulla carta bianca. Molte preghiere, promesse, e coccole - quasi carezze.
Immagino venga qui ogni giorno, inginocchiato quasi bisbigliando, in adorazione, poi si ripiega il giornale e si allontana. Ha lasciato dei fiori, li cambia ogni giorno.
Le loro urla sono ancora udibili nel vicolo del Bataclan, non i colpi.
Le vetrate crivellate, serrate per non mostrare l'orrore che racchiudono. Il vicolo silenzioso come le finestre che vi si affacciano. I civili vogliono dimenticare. Le chiazze sul muro, sotto le finestre, restano. Sono le impronte che si sono schiacciate sul volto del mondo e tolto l'aria.
Senti il tonfo dei passi che corrono, stanno correndo verso quella direzione e quel vicolo. Qui hanno trascinato quel corpo ferito che ha arrossato l'asfalto. Qualcuno apre una porta, discute, saluta, lascia qualcuno dentro che richiude la porta. La porta dei camerini del Bataclan.
La leggerezza abita qui e non se ne va. Anche se urla e grida e piange torna sempre.
Clotilde Alizzi