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martedì 17 maggio 2016

ScriviBertè - Professore

“Piacere, professore”. Questo ti ho detto quando la mia insegnante di filosofia, dietro mia richiesta, mi ha presentato a te. Simpatia immediata e, quando un anno dopo ci rivediamo a Capodanno, tu mi dici “frequentiamoci!”. Dopo un anno mi riveli che non ti sei mai innamorato di me e che, forse, non ha senso continuare. Scopro che non ti sei mai innamorato di nessuna, tranne forse che di Silvia, di cui tieni una foto nella camera da letto, dove ospiti me e altre tue amiche. 

Ma lei non vuole saperne, usa la tua casa per farsi la doccia e lasciarti le mutandine trasparenti di ricambio, che io trovo nel cassetto del comò, gode – la puttana - , eppure sa che ci sono io, ma la cosa non le importa. Io so e continuo a tollerare per un altro anno ancora ma, di fronte alla tua confessione che non ti sei mai innamorato di me, sono costretta a capitolare. Non hai mai amato nessuna, forse neanche la moglie che hai sposato parecchi anni dopo, forse per solitudine, forse per comodità, e che mi hai presentato. Ma tu non hai il diritto di parlarle di me, di farci soffrire; sei rimasto un uomo con un grande vuoto dentro, ma io ho compreso che di un cuore in inverno non so che farmene.

Isabella Raccuglia