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venerdì 8 luglio 2016

Ai piedi di Gebel Grin

È ancora lontana la montagna di Gebel Grin? Ho bisogno di sentirmi controllato stanotte.
Dopo mesi di cammino è arrivato in Trinacria, ha lasciato tutte le sue ricchezze in custodia al suo signore, al Castello Malaspina, il cavallo al suo stalliere alla Pieve. Si è spogliato dei vestiti di lusso e si è vestito con l'unicorno da Pellegrino. Le scarpe, quelle vecchie - che si cammina meglio - il mantello per difendersi dall'acqua, dal freddo e di notte usato come coperta e il cappello a larga resa per l'ombra. I soldi cuciti nella giacca, una bisaccia un bastone una tazza, una lenza e quello che serve per accendere il fuoco. 

È stato un viaggio lungo e pericoloso che è iniziato dalla via Francigena. Ha trovato sole caldo e pioggia fredda, il buon uomo che gli ha dato aiuto e il bandito che ha dovuto affrontare armato solo della fede. Mille sono stati i pericoli, tutti superabili con forza e coraggio per arrivare al posto e purificare l'anima.
Però, dopo tutto il Pellegrino ne ha tante occasioni di contentezza, più di quante se ne possa pensare. Infatti se è disposto a fare delle deviazioni può trovare un supplemento di grazie per conoscere piante animali pietre e costruzioni fuori dal normale.
Quello che lo ha emozionato di più in questo viaggio è il ricordo, ha rifatto il percorso che fece suo nonno.

Maria Pia D'Atria