Lo seguo ogni volta
che mi trovo davanti alla tv,pure nel web, lo chiamano ormai lo “sputtanatore
degli idioti”, il fautore del “giornalismo verità”. Immagino che vorrete sapere
perché ho rischiato tanto - andare fra le braccia di un uomo così puntiglioso,
così critico, così intelligente!! Sì, ho voluto correre il rischio e ho fatto
l’amore con Mentana. E sono pentita assai.
Un’ora ritardo del
volo Roma-Milano delle 20,45, ci ha fatti incontrare.
Ero appena scappata
da mio figlio, studente della Luiss. Volevo evitare i soliti piagnistei: - che
vuole tornarsene a casa, che lo fanno studiare troppo, che lo fanno promosso
solo dopo cinque minuti di dolorosi interrogatori - che neanche la polizia egiziana
fa quelle cose - e via dicendo, ancora
lamentele che riesco a stoppare solo con una mazzetta da mille euro. Ce l’avevo
fatta. Gli avevo staccato le dita a ventosa dal mio braccio e mi ero infilata
in un taxi, che per fortuna era proprio
li davanti – gli ho detto di partire come un razzo e lui non se lo è fatto dire
due volte.
Mentana era lì. Uno che dura, ho sempre pensato, uno che
tiene duro fino all’alba, con le camicie sudate e i ricci appiccicati al
cranio, uno che non molla mai. Si è materializzato davanti a me - gli stessi riccioli sudati e appiccicosi, gli
occhiali appannati - in tutta la sua statura, ops! su questo non posso essere precisa, il nostro incontro nello sgabuzzino,
accanto ai bagni, non mi ha offerto strumenti adeguati, solo scope e palette. Ad
occhio e croce (che più precisa non posso essere, che vergogna!) posso dire che alcune dimensioni
erano soddisfacenti (so che così non sarò d’aiuto a nessuno). La peluria, su
questo posso essere più precisa, anche
se non lo ritenevo un elemento sostanziale, ero sicura che sarebbe stata
la prima delle domande della mia amica Adelaide che per i peli ha una passione
sfrenata. Una buona copertura.Sedere cascante, ma prospicente. Cosce
leggermente divaricate. Io ho fatto del mio meglio per raccogliere tutte le informazioni che potevo – lui capiva
benissimo, capiva e ansimava, e più capiva e più ansimava. Ci siamo trovati
avvinti, corpo a corpo dagli stessi interessi. Ha preso
appunti anche lui. A un certo punto ho accennato alla Luiss! Apriti cielo! Non
sono più riuscita a frenarlo, fra urli e imprecazioni ho colto benissimo il suo
risentimento per un certo Marchione, che
deve averla fatta grossa, un torto ad un
certo Marx, e durava, durava! L’avvinghio si è fatto concitato, abbiamo
intrapreso un duello linguale, lui voleva averla lunga, io ho dovuto cambiare discorso perché l’altoparlante
annunciava il volo per Milano e noi rischiavamo di perderlo; finì male, seduti
in posti diversi, non abbiamo potuto più approfondire l’argomento.
Rosa la Camera