Mariuccia
mi sta facendo la testa tanta con questo libro che le hanno regalato,
"L'amore ai tempi del colera". Lo sai che a me a leggere mi viene
l'abbiocco, mi dice, e mi accarezza le spalle. Leggilo tu e poi me lo conti,
che magari ci possiamo trovare ispirazione, mi dissero che è una storia d'amore
di due come noi, un poco in età.
Per
fortuna c'è mio compare Gino che mi fa: ci penso io, prestami 'sto libro. Gino
è un amico vero, uno studiato, manco una settimana e se lo leggì tutto e mi
fece un bello riassunto. Ecco perciò in sintesi di cosa parla questo libro,
L'amore ai tempi del colera del signor Màrquez Gabriel Garcìa.
Praticamente
è la storia di uno sturduto preciso, un tale Florentino, che si innamora di una
e anziché correrci appresso ci scrive lettere tutto il giorno. Tanto che quella
alla fine si stuffa che si capisce che vorrebbe fare pure qualche altra cosa, e
per fortuna sua il padre, che è l'unico personaggio dotato di sentimento, la fa
maritare con un dottore, che in quella città avevano tutti il colera e avere il
dottore posto in casa era una grossa comodità.
E
insomma, secondo Gino, questo libro è una cosa per vastasi con gusti vastasi,
ché ce ne vuole di stomaco a fare l'amore quando hai il colera; lui –Gino-,
l'ha avuto quando abitava in via Oreto bassa e parla per esperienza personale.
Questi,
nel libro, si mettevano nudi con tutte le buone intenzioni, ma capitava che
dovevano correre al gabinetto di corsa, e spesso poi non concludevano niente,
ché se lasci la scia marrò casa casa capace che la tua femmina -che è stanca di
pulire dopo dieci anni di colera- non ne vuole più neanche a brodo.
Poi
col colera c'è sempre la camurrìa del vomito verde, che arriva quando non te lo
aspetti, e specialmente se alla femmina ci viene una botta di diarrea mentre lo
state facendo particolare.
E
avanti così per 300 pagine, perché lo sturduto, dopo che quella si era sposata
col dottore, era diventato un pleibboi attipo Tony Colombo e si faceva a tutte
nonostante il colera.
Insomma,
fare l'amore ai tempi del colera non era una bella cosa, e questo Màrquez
Gabriel Garcìa doveva essere proprio uno 'ngrasciato.
Alla
fine del libro il marito della prima zita muore e quella, che ormai ha 70 anni
ma è rimasta un po' pulla, va a inquietare a Florentino che giustamente le dice
no, il colera ancora ancora, ma a te ormai manco col legno ti tocco.
Che a
pensarci bene a me questa mi ricorda Mariuccia, pure lei ormai è bella passata ma
c'ha sempre 'sta smania che io non so più come fare.
Perciò
io penso che 'sto Gabriel Garcìa non c'aveva tanto torto alla fine, io sono d'accordo
con lui: certe femmine a volte sono peggio del colera.
Letizia Lipari
Quando Florentino Ariza l'aveva vista per la prima volta, sua madre l'aveva scoperto da prima che lui glielo raccontasse, perché aveva perso la parola e l'appetito e passava le notti in bianco a rigirarsi nel letto. Ma quando incominciò ad aspettare la risposta alla sua prima lettera l'ansia gli si complicò con diarree e vomiti verdi, perse il senso dell'orientamento e soffrì di repentini svenimenti, e sua madre si terrorizzò perché il suo stato non assomigliava ai disordini dell'amore ma ai danni del colera.
Gabriel Garcìa Màrquez, L'amore ai tempi del colera