Ciao Maria,
se ti scrivo questa
lettera è perché ho delle buone novità. Oggi ho cominciato la scuola. La
professoressa è una madre di famiglia e credo che ci farà prendere questa
benedetta licenza media. Anzi a sentire lei potremmo pure prenderci il diploma.
E allora ci voglio provare, Maria.
Il tempo ce l’ho purtroppo, e allora forse è
meglio che mi diplomo. Lo so che non mi servirà, e se trovo lavoro per
scaricare frutta al mercato ci devo dire pure grazie, ma il fatto è che, non te
l’ho detto mai Maria, ma quando è morto mio padre e abbiamo smontato casa ho
trovato una busta dove c’erano un milione di lire e un biglietto, c’era
scritto: "per il diploma di mio figlio". Mi sono sentito morire
Maria, a parte il fatto che erano soldi in lire che ormai si potevano buttare e
basta, quello che mi ha fatto stare male è stato vedere che erano tutte carte
da diecimila lire. Li aveva raccolti lira su lira, neppure una carta da
cinquanta, Maria, tutte da dieci. Che mi ricordo quando certe volte ci dicevo pa’ ma picchì un ti tagghi sti’ capiddi e
lui mi rispondeva a sta’ simana ‘un po’
essiri. E penso che allora non poteva essere perché diecimila lire costava
il barbiere e lui, invece, li doveva conservare per me. Io cretino non mi presi
manco la licenza media. E mentre lui li raccoglieva io facevo il primo
furtarello. Avevo giurato che l’avrei fatto solo una volta perché volevo il
motorino e invece, ho capito solo dopo che la parola “basta” non esiste, perché
il colpo mi andò bene e rubare diventò come una droga, mi sentivo invincibile.
E ora so che pure se mi andava male avrei continuato lo stesso. Pure che mi
beccavano, appena uscito ci avrei provato di nuovo perché quannu si è picciutteddi le sconfitte non si accettano, Maria.
Non lo so come finirà
la mia vita perché qui ci sono delinquenti che tutto il giorno bestemmiano e si
azzuffano e bravi cristiani che si lamentano e chiancinu e certe volte ti sembra di diventare pazzo. E poi manca
un abbraccio della persona che ci vuole bene Maria, e tu mi manchi che nemmeno
me lo immaginavo.
Menomale che adesso ci
ho la scuola e certe cose le metto di lato. Magari questa notte mi sogno a mio
padre che mi viene a dare una carezza.
Ti abbraccio Maria con
tutto il cuore e la buona volontà.
Adelaide J. Pellitteri