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venerdì 8 maggio 2020

La fontana di piazza Pretoria





Dal libro “Le statue fontana Pretoria”


Superato il Teatro del Sole – I Quattro Canti di Piazza Vigliena – si staglia davanti al visitatore la fontana di piazza Pretoria. Le sue statue rappresentano divinità pagane che Antonio Veneziano, luminare monrealese del XVI sec., ha descritto in una raccolta di distici. Originariamente si trovava sullo stesso piano di via Maqueda, solo successivamente fu creato l'assetto attuale che collega la fontana alla strada mediante una scalinata ai cui lati sono posti due leoni ieratici. Le prime statue poste su ogni ingresso della balaustrata di marmo raffigurano esseri ibridi, metà uomini e metà animali terrestri o mitologici. Esse formano una barriera tra il mondo degli uomini e l'Olimpo che si cela alle loro spalle. I visi delle statue appaiono impenetrabili e misteriosi, i loro sguardi austeri e corrucciati.

Dietro di loro, in posa spregiudicata, gli dei dell'Olimpo, raffigurati in una sorta di teogonia, di simposio degli dei, di convivio che sguazza nel piacere della vanità. Al di sopra, in cima ad una colonna variamente decorata, un puttino con l'aria da birbante che tiene tra le mani una cornucopia dalla quale sgorga l'acqua della vita – un giovane dio creatore, uno Zeus dissacrante che crea come un bambino l'Olimpo marmoreo –






Diana fa parte delle dodici divinità dell'Olimpo ed è rappresentata con una faretra a tracolla, mentre ai suoi piedi sono scolpiti un cervo ammansito e un cane. La faretra ricorda che lei è la dea della caccia, mentre il cervo e il cane rimandano alla sua leggenda. Nella letteratura classica Diana è immagine di verginità, da lei scelta e difesa con forza tanto da divenire difenditrice delle vergini (e vergini dovevano essere le ragazze che ambivano al ruolo di sue sacerdotesse).  Diana puniva tutti coloro che oltraggiavano la pratica del suo culto. Il cacciatore Atteone, che la vide nuda mentre si bagnava in un fiume, fu trasformato in un cervo e poi fatto sbranare dai suoi cani.
La statua oggi si presenta decapitata a causa di un colpo di bastone assestato da uno scioperante durante una manifestazione del 1986.

Distici relativi a Diana

“Me saxum sine veste vides, si numina temnes
mutata cervus fronte manebis aqua”

Versione:

“Tu che ignuda mi scorgi in questo marmo
non riguardar mi deità protervo
se divenir non vuoi cornuto cervo”.

Apollo è il fratello gemello di Diana e, come lei, fa parte delle dodici divinità dell'Olimpo. È il dio delle arti e in particolare della musica. Viene rappresentato come come uno spregiudicato e avvenente dio che con la mano destra si tiene a un ceppo, mentre nella sinistra solleva un pugno di sabbia. Queste due connotazioni , il ceppo e il pugno di sabbia, rimandano a due fallimenti amorosi di Apollo: Dafne , che preferì essere trasformata in un albero di lauro piuttosto che divenire la sua amante; la Sibilla Cumana che aveva rifiutato le sue proposte , tra tutte quella di vivere tantissimi anni quanti erano i granelli di sabbia che Apollo teneva tra le mani quando le propose di divenire sua amante.


Distici relativi ad Apollo:


“Murmur aquae, et chitarae sonitus, dum pectora mulcent
ne strepe ni Niobes aspera fata feras”

Versione:

“Mentre dell'acque e della cetra, il suono molcisce
i petti, deh non far fracasso
che con Niobe sarai rigido sasso”.      


 La Fontana di Piazza Pretoria è più di una guida illustrata. Corredata dagli acquerelli di Giorgio D'Amato ripercorre con precisione e documentazione storica  a cura di Antonino Prestigiacomo la storia di uno dei simboli architettonici della città di Palermo.
i nostri eroi non si sono fermati qui, il percorso continua...ci vediamo ai Quattro Canti.