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venerdì 14 marzo 2014

Bianchi di Spagna


Bianchi di Spagna.

Sembra il nome di un nobile casato. 
O una particolare tonalità di bianco iberico. 
La razza invece, oltre che d’indefinibile vessillo, è puramente infida e assai bastarda
Come la colpa che non mostra mano, si aggira e giunge inaspettatamente.
Il vero ospite che fa l’improvvisata, nel momento in cui non è gradito.
Il nome potrebbe andare indubbiamente bene per una squadra di calcio Madrilena. Sì, la più promettente di tutto il campionato, con tiri in porta sempre messi a segno. 
In dribbling, in pressing e manovre in campo fino al fallo più obbrobrioso.


Volendo potremmo raffigurarceli perfino a correre con le contrade della bella Siena. In sella a cavalli neri e soprattutto pazzi. In gemellaggio per un nuovo Palio.
Per loro suonerebbero le trombe araldiche…sì, dell’ipocrisia.
La verità è che sono allettanti con la loro polpa. Grossi, sodi.
Furbi.
Simulano candore e leggerezza che, per quanto sono belli, riserveresti loro carezze e bei pensieri.
Solo quando apprendi che con cipolla, tonno, origano e olio nuovo fan la morte loro, comincia a venirti uno strano dubbio. T’avvolge, però, che manco te ne accorgi, e di attenzione non gliene presti tanta.
Come tutte quelle cose che si amano senza badare alle conseguenze, ti lasci prendere e condurre fino all’onta!
A voglia a stringere denti e deretano, a voglia ad imbrigliarli dentro: i bianchi di Spagna non li frena la tua disperazione o l’imbarazzo, la tua caparbietà.
Sei uomo di polso?
Sappi che con loro non ti servirà.

Adelaide J.Pellitteri