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martedì 23 dicembre 2014

Orrori natalizi: Il cato del nonno

Eppure io ogni anno lo dico che è meglio che il nonno resti a casa. Ma le mie cugine non ascoltano ragioni. Dai, potrebbe essere l'ultimo Natale e il nonno è affezionato a te; ne morirebbe se sapesse che non lo vuoi! Ne morirebbe? Questo Natale potrebbe essere l'ultimo? Sono più di quaranta anni che sento ripetere sempre le stesse frasi e che mi assuppo il nonno con la scusa che lui vuole bene di più a me. Ha 97 anni e, non si regge in piedi, non si sa mantenere più. In che senso vi chiederete. Mangia quantità enormi di cibo che gli è stato proibito dai medici e poi non lo trattiene. Si lascia andare che è un piacere. - Nonno nonno, non mangiare più! Macchè, è rinco e nemmeno ci sente, ma anche se potesse non ascolterebbe per farci dispetto. Per tutti i pranzi di Natale, da quando ho imparato a stare a tavola, è stato sempre presente, ogni anno, come le lasagne, l'arista e la cassata.
 - Nonno ti faccio la pastina in bianco con una spolverata di cacio e pepe sopra. - No Rosa, non ti stancare, mi mangio le lasagne. Non ti preoccupare, me lo dice con tale premura che io ci credo davvero, ma solo per un attimo. Non voglio disturbare, replica. -  Dico io, a 97 anni come pensi di potere digerire certe bombe culinarie: le mie lasagne, e tutto il resto? Io lo guardo, ma non dico una parola. Mentre mangia è felice, sembra un bambino che gli danno il gelato per la prima volta. Mi sorride mentre il ragù e la besciamella gli colano ai lati della bocca e giù fino al collo. In meno di cinque minuti davanti a lui c'è già una pozzanghera  da poterne riempire un'altra teglia. Non credereste ai vostri occhi! E a me tocca togliere tutto, ogni Natale, non c'è verso. E poi non lascia nulla, antipasto con insalata russa, lasagne, arista, patate al forno, una bella pera. - No, nonno ti prego questa no! Ma lui non mi ascolta. E la mangia tutta. - Devo andare di corpo che la zia Titina ci venne il blocco intestinale a 94 anni. - E giusto oggi ti devi sboccare? Lo pensiamo tutti ma nessuno lo dice, e che ci hanno insegnato che bisogna rispettare le persone anziane, e quindi a lui, che ci tratta di merda, nessuno ha il coraggio di dirglielo. Alla fine una bella fetta di cassata al forno straripante di crema ricotta, calda. Mi viene una crisi di panico ogni anno, e ho paura. Il nonno non può mangiare tutte 'ste cose, non è questione di avere la puzza sotto il naso, ma questione di restare asfissiati, intossicati da veleni tossici, forse anche radioattivi. Già lo so come va a finire, comincio il mio Natale con le mani in pasta a fare biscottini per i bambini e finisco con le dita tra la merda.
Ogni anno coinvolgo anche qualche amico di famiglia presente, una specie di iniziazione amicale; chi riesce a vincere imbarazzo e sconcerto diventa amica o amico per sempre; alcuni diventano fraterni, amici per la pelle - nessuno mai oserà dire che amici di merda che avete! E lui, il nonno non ringrazia per nulla, anzi comincio a pensare che gli piaccia pure, una sorta di supremazia latente che manifesta così: vederci tutti ai suoi piedi a raccogliere i suoi liquami lo rende felice.  - E che fa, non gli dai un poco di felicità a 'sto povero vecchio che lo lasciamo sempre solo tutto l'anno; dai, almeno a Natale dobbiamo essere più buoni!  Potrebbe essere l'ultimo! È proprio questa frase che tengo custodita nella mia mente, preziosa più di un diamante. L'ultima volta...è diventato il mio desiderio preferito, che esprimo a Capodanno durante il passaggio all'anno nuovo o quando soffio sulle candeline. Magari scivola e ci muore pure sulle sue perdite oleose e lo mettiamo così nella cassa, tanto si tratta di concime, nemmeno polvere diventa e mettiamo fine a tutta questa merda, che ogni anno, butta davanti a noi della famiglia e che ci tocca raccogliere. - Dai, porta fortuna, ci auguriamo tante cose belle, a vicenda, mentre lo puliamo. Non riusciamo a colpevolizzarlo. Poveretto, sono involontari i suoi muscoli. E poi, lui che mischino si fa schifo a se stesso, ci prova a pulirsi da solo. Ce la fa sotto al naso - mentre siamo in cucina a riordinare, lui si rilassa, lascia andare gli sfinteri e espelle tutto ciò che ha mangiato. È un attimo, gli odori cattivi arrivano, ce lo vengono a dire che è  il momento, ma è troppo tardi. Lui che è marpione, è già andato in bagno e cerca di pulirsi per nascondere la malefatta. Con le mutande fradice e il sedere sgocciolante ha attraversato il corridoio, seguiamo le tracce e lo troviamo nel bagno elegante, quello degli ospiti. - Nonno tu non sei un ospite, gli urliamo, ma lui ci guarda e non risponde - merda, merda, è l'unica parola che dice. Passa  da un tono basso, pacato, fino ad alzare il timbro della voce Merda MErda MERDA e con il dito indica dove si trova. Ovunque. Gli asciugamani bianche in fiandra riportano la sindone delle sue mani, le frange colore caffelatte, il tappetino rosa davanti il lavello ora è marrone chiaro, a tratti più scuri. L'odore di cancrena e di rifiuti è forte, passa per il corridoio, ha invaso tutta la casa fino a raggiungere la cucina dove incontra odori di carciofini fritti e cardi in pastella, lì diventa odore di cibi andati a male. Si muore di puzza. Mi viene da vomitare ma ho la forza di urlare - Che cosa hai fatto nonno? E lui mi guarda con una espressione intelligente del tipo - Non lo vedi cretina, poi si avvicina, si aggrappa al mio braccio - ora a pendant col tappetino, e mi urla in faccia MErda MERDA! Non posso piangere, sono grande ormai e mi vergogno davanti agli altri. Cerco di mantenere il controllo e l'equilibrio, vado sotto l'albero a prendere il regalo che ogni anno gli incartiamo, giusto per dare qualcosa anche a lui che ci resta male:  il cato pulito servirà anche quest'anno. Un rituale che si ripete ogni Natale. Sotto l'albero, tra i doni incartati, abbiamo il cato ru nonno, che le mie cugine hanno comprato lo stesso anno in cui è nato il problema.
­- Ci dovevamo fare un regalo al nonno, una cosa utile che non se la conserva ma la sfrutta, così  dissero, mentre glielo davano la notte di Natale. Me la ricordo ancora quella vigilia di 25 anni fa.
E adesso, non le posso nemmeno cazziare, avevano ragione, perché il cato è sfruttato e usato regolarmente ogni anno - regalo più azzeccato di questo?

Nina Tarantino