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lunedì 16 novembre 2015

Raccogliere


Ero ferma davanti una scala mobile dell’aeroporto di Bergamo, stavo per tornare a Palermo. Avevo in mano il mio trolley rosso, avevo scelto questo colore perché mi portasse viaggi fortunati, sono superstiziosa, lo faccio per allontanare i nemici.
Nell’altro braccio tenevo la borsa nera da passeggio, dentro una gran confusione tra borsellino, fazzolettini, fermagli, bigiotteria. Avevo anche una mantellina blu a fiori, comprata in uno show room di Milano.
A Milano ero andata a casa di Nancy, solo per un giorno, poi dritta a Monza per una visita oculistica, l’ennesima – i miei occhi feriti tante volte, spesso si gonfiavano, almeno una volta l’anno; già da quando ero adolescente, d’inverno, bastava una semplice influenza e restavo a letto, accovacciata, non volevo vedere la luce del sole, non mi andava di mangiare.
Andavo dai medici, negli anni tanti esami, ricette, test allergici; ogni tanto guardavo tutti questi fogli. Sempre esiti negativi.
A volte facevo cattivi pensieri, pensavo che qualcuno che mi stava attorno mi stesse facendo l’occhio pesante.
Il problema del gonfiore tornava spesso, puntu-almente. 
Come conseguenza ebbi l’abbassamento di una palpebra e poi dell’altra.
Feci una visita medica, un intervento per rialzare le palpebre. Fu a Palermo che mi mandarono da un chirurgo, uno specializzato in cataratte.
Aveva un viso da stronzo.
Da allora ho fatto tanti interventi.
Di punti alle palpebre tantissimi, infiniti, tutti raccolti tra ciglia e sopracciglia.


(da Coniugare)

Mimma Camarda