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giovedì 3 dicembre 2015

Occhiate

Levanzo è una piccolissima isola: due bar, una salumeria,un pescatore locale, un boschetto. Mare di scoglio, di difficile accesso e poco frequentato.
Ci siamo svegliate presto, si fa il programma della giornata.
"Oggi vi faccio mangiare il pesce, non siete venute a Levanzo per mangiare panini e pizza. Telefono ad Alex. Se è qui in giro con la barca, sicuro che ci porta qualcosa. Poi vedremo come cucinarlo". 
Le mie ospiti sorridono, annuendo. Una è la mia fidanzata, l'altra una mia amica olandese che vive a Roma. Si sono conosciute qui, le ho presentate io coinvolgendole in questa vacanza. Strano questo week end a tre, si può pensare. E bene avrei fatto a pensarlo pure io, ma non l'ho fatto. Già il primo giorno è stato strano. Claudia e Andrea si sono scontrate su piccole cose. Non sembra che leghino molto e desidero,  con una bella cenetta, dopo il mare, riconciliare il gruppo. "Alex sei qui a pescare? Sì? Bene. Vai a polpi o con la rete? Ancora non hai deciso, dipende dal mare. Bene.  Mi porti qualcosa, più tardi? Sì, io sono alla casa Bizzarri, chiamami quando sei qui sotto. Resto a mare nei paraggi ". 
"Andiamo al faraglione. Una bella passeggiata per sportive, e poi il mare è stupendo". 
Claudia e Andrea, la prima dalla nostra stanza da letto e la seconda dal bagno, mi rispondono in coro "ma si, andiamo al mare". Mi fa sorridere questa assonanza, dopo tanti litigi del giorno prima. Forse hanno avuto modo di chiarirsi. Io sono andata a letto presto, di prima serata, sfinita dal lavoro dei giorni precedenti alla partenza. Loro sono rimaste a chiacchierare, davanti ad una bella bottiglia di vino, predisposto dalla casa, a fumare le sigarette della casa, comode comode sulle chaiselongues della casa, a guardare il panorama della terrazza, offerto dalla casa. Pareva si stessero riconciliando e le ho lasciate sole a raccontarsi. Forse sta nascendo una bella amicizia . Mi fa piacere.
Al faraglione abbiamo fatto il bagno, snorkeling in mezzo a tanti pesci, fondale. Avevamo l'abitudine di nuotare mano nella mano, quel giorno Claudia si è tuffata per prima ed è rimasta distante. Andrea ha fatto solo un bagno, senza maschera. Con qualche bracciata ha raggiunto Claudia e si sono fatte un po' di risate, in acqua. Sulla spiaggia di sassi il tepore di settembre. Siamo tornate quando la pelle dell' olandese pallida ha cominciato a gridare. Abbiamo riso tutte insieme e siamo tornate a passo lento. Claudia mi ha detto " che hai? Sembri distante". "No, Clò, sono solo stanca e mi sto godendo il mare" Non ha detto altro.
Alle sei è arrivato Alex e sono scesa a prendere il pesce sulla banchina, ho lasciato Andrea e Claudia a giocare sotto la doccia esterna.
Quando si dice che il pesce è appena pescato è sempre un modo di dire, ma quella volta è appena tirato fuori dall'acqua! Ho messo le occhiate nell'acquaio, sono vive e boccheggiano, le lingue affiorano nelle bocche aperte, le branchie si aprono inutilmente, rosse all'interno. Spicca,  quel rosso, sul grigio lucido delle livree. Andrea e Claudia aprono un'altra bottiglia di vino della mia casa e fumano ancora le mie sigarette. Ho atteso più di trenta minuti che le occhiate muoiano e poi le ho eviscerate. Claudia e Andrea sono così vivaci che mi tolgono il fiato. Ogni tanto scende una lacrima. Le occhiate sono pesci ermafroditi, che diventano maschi, a volte, solo quando serve. Dentro le loro pance ho trovato le uove, un sacco di uova. I miei gesti si susseguono meccanici, tesi all'obiettivo della cena, mentre compio quel genocidio. Sono abituata a ingoiare le mie emozioni, e l'ho fatto con disinvoltura. Le mie ospiti non si sono accorte di niente, nel loro cicalare e bere e fumare, complici a mezze parole e occhiate brillanti. Sono  io ma non sono io, a preparare la brace. E così il rito a tavola si è compiuto, tra le occhiate morte nei piatti e le occhiate d'intesa delle mie ospiti, l'una per l'altra come se io fossi un arredo. Mi è passata la fame: ai gatti le occhiate alla brace e alla malora le occhiate d'intesa delle due prossime amanti. 
Da allora sono vegetariana.

Monica Sapio