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venerdì 17 giugno 2016

Bendicò e il soldato - Il Gattopardo raccontato dalle cameriere

Fate uscire subito questo cane dalla cucina, Bendicò esci, che mi sto schifiando - gli ha dato una slinguazzata al biancomangiare della principessa Concetta, la signorina già che è di malopititto, lei non mangia, assaggia, non c’è pietanza che le garba, finulicchia e capricciosa come sua madre, ci manca solo che lei si mette in bocca il biancomangiare e ci trova sapore strano, o qualche pelo, siamo consumate, ce lo fa buttare paro paro, questo cane, ma lo dice pure il Principe, è ladro e sdisonorato,
preciso i piemontesi, che stamattina mi affaccio dalla finestra e lo vedo correre con una cosa lunga in bocca che strisciava per terra, il pensiero mi andò alla sasizza che dovevo cucinare al sugo, vuoi vedere che u cani trasiu e me la futtiu sotto il naso? Curnuto sono uscita e mi misi ad inseguirlo, Bendicò, dammi la sasizza, che se ti capito ti faccio la pelle, pentiti, redimiti, dammi la sasizza che ti perdono, e iddo di più correva, e io appresso a lui, Bendicò, vieni, non ti faccio niente.. il cane mi portò sotto l’albero dove c’era un soldato morto, il cane gli stava afferrando un altro metro di budella… sei senza dignità, esattamente come i piemontesi. Ora i principi stanno pregando per lui, mischino, lo hanno bruricato che gli mancava mezza panza. Pure il cane è con loro, compìto compìto  pare che recita il Padre Nostro.

Giorgio D'Amato