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martedì 26 aprile 2016

La ricotta

Il primo amore non si scorda mai - chi l’ha inventata questa minchiata -, ci si baciava seduti sul parapetto di cemento del lungomare, il mare di fronte, il traffico delle auto e tutto il resto alle spalle.  Erano momenti che ci si dimenticava il proprio nome, si tenevano gli occhi chiusi e in questo modo si dimenticava anche il nome di chi si stava baciando. 
Nella testa coagulavano voci campanelli clacson risacca gridigabbiani. Quel primo amore è stato un fulmine che piombato addosso tra l’ora di lettere e l’ora di diritto, una cotta quando arriva è incontrollabile, un prurito smania vertigine non so.
 
Poi è facile dire che non si scorda mai – e ancora non ho scoperto chi ha detto questa minchiata -, che il primo amore non dura più di un paio di settimane, poi tutta la sostanza è stata tirata via, ci si è baciati abbastanza, sotto il sole, seduti sul parapetto bollente di cemento ruvido del lungomare, sedici anni è un’età che ci si annoia presto.
Così la nuova storia ti aggredisce tra l’ora di geografia e l’ora di matematica e tu ci caschi di nuovo come un sedicenne. È la ricotta.

Raimondo Quagliana