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lunedì 23 gennaio 2017

Amicizia ritrovata: Alta tensione

Cavi dell’alta tensione che attraversavano la campagna da palo a palo, appena arrivati al casotto degli attrezzi il piccolo aveva lanciato l’aquilone che quasi subito si era impigliato intorno ai cavi, gli storni avevano fatto un salto e si erano spostati sui mandorli in attesa che si fermasse la vibrazione, che granmogol aveva buttato in aria quattro madonne e lo aveva sollevato per un’orecchia - il piccolo aveva trentadue anni, ma era grande quanto un bambino di otto anni e mezzo, più o meno - lo aveva sbattuto un po’ di qua e un po’ di là, poi gli aveva urlato di andare a recuperare l’aquilone, così adesso doveva pure arrampicarsi su per il traliccio, con l'orecchia che gli faceva male, e comunque si era anche un po’ offeso.

Non è che lassù si prende la scossa? chiedeva per sicurezza, nessuna risposta, con il conforto di granmogol che gli urlava da sotto - gli amici servono anche a questo - era salito fino quasi a toccare le tazze di ceramica bianca, poi da là sopra aveva fatto un fischio sottile con le dita nelle labbra, a far saltare sulle zampe gli storni, che s’erano spostati a depredare un altro mandorlo, guarda come sono in alto! aveva gridato il piccolo, da qui vedo tutto più piccolo di me, e aveva sputato sulla testa scoperta di granmogol, un gesto di incoscienza suicida a cui non poteva resistere, che granmogol era rimasto immobile a guardare, poi aveva calato gli occhi sull’erba e tirato fuori da sotto le cicorie un sasso piatto rotondo e con una posa perfetta da discobolo -  sagoma ritagliata sul cielo della campagna - aveva effettuato un tiro preciso e secco, che il piccolo era stramazzato sulle verdure selvatiche e era rimasto svenuto per trenta secondi, poi aveva riaperto gli occhi e si era trovato tutto ammaccato, con granmogol che lo guardava soddisfatto, così quella volta dell’aquilone il piccolo ha imparato che non si sputa agli amici di sotto.

Raimondo Quagliana