Neanche a noi piacevano i gatti, che mi ricordo quella volta d'estate che in vacanza c'era un gattone che si strofinava addosso e ci impuzzava con il suo pelo schifoso, che una sera che questo gattone venne a trovarci e si strofinava addosso, allora lo carezzai che lui si sentiva benvoluto, e gli diedi pure un po' di carne fritta, che lui si sentiva molto benvoluto, che quasi quasi pensava - almeno così riteniamo - di essere stato adottato e magari per tutta l'estate avrebbe avuto cotolette, che bastava presentarsi, strusciarsi e il pasto era servito.
Noi però prendemmo il gatto per la coda e lo facemmo roteare un paio di volte in aria, che sembrava una girandola o una giostra, insomma, la sua sagoma tracciava un cerchio, e poi lasciammo la coda e il gatto volò da qualche parte, che la scia del gatto fu sottolineata da un lungo miao a forma di parabola interrotto da un tonfo. Poverino il gatto fionda che non ebbe più cotolette da mangiare dopo essersi schifosamente strusciato.
Noi però prendemmo il gatto per la coda e lo facemmo roteare un paio di volte in aria, che sembrava una girandola o una giostra, insomma, la sua sagoma tracciava un cerchio, e poi lasciammo la coda e il gatto volò da qualche parte, che la scia del gatto fu sottolineata da un lungo miao a forma di parabola interrotto da un tonfo. Poverino il gatto fionda che non ebbe più cotolette da mangiare dopo essersi schifosamente strusciato.
Noi non cucinammo più nemmeno le cotolette, tanto il gatto fionda non si presentava, che magari andava da qualche vicino a scroccare le sarde.
L'ingratitudine dei gatti.
L'ingratitudine dei gatti.
Copia e incolla e manda a dieci amici se non vuoi fare la fine del gatto.
Giorgio D'Amato (da uno spunto di Davide Giacomelli)