Erano rimasti vedovi in due, uno dentro la gabbia a fare il pappagallo,
l’altro dietro un balcone arrugginito a fare il vecchio.
Non lo metta fuori, fa troppo freddo per quella bestia,
gli dicevamo, anche se in fondo a noi di quel vecchio pappagallo spiumato non ce ne fregava molto.
E stavano così, uno sul trespolo di una gabbia dove
escrementi e semini avevano identità comune, e l’altro a guardare le donne che
andavano al mercato, e poco importava se tirava vento. Imperterrito il vecchio.
Un pomeriggio aveva scordato di rientrare la gabbia e
non l'aveva neppure coperta. Rimase là, nessuno glielo aveva
deliberatamente ricordato. Tutta notte all’addiaccio.
La mattina dopo era gonfio, pareva un mucchio di
mattola vecchia ingiallita, rigido - c’era stato vento -, stava sul fondo della
gabbia.
Il vecchio prese la bestia con due dita e la gettò nella spazzatura.
Il
ferrivecchi ebbe il la gabbia, noi un vecchio ancora più solo.
Copia e incolla e manda ad almeno venti amici se non vuoi fare la fine del pappagallo.
Adele Musso