Passami che?
L’apriscatole…
Apriscatole, fece lei con aria pensierosa strofinandosi il mento come se dovesse accarezzare una barba inesistente, Apriscatole? ripeté interrogativa. Chi era costui? Un tizio estremamente seccante forse, tanto che invece di romperle le apriva? Era esterrefatta!
Eppure pensavo di aver scelto bene stavolta. Uomo colto, educato, sufficientemente fornito di tutti gli attributi facenti parte della dotazione standard in natura, ossia: pazienza, simpatia, generosità, ironia e denaro, e invece… sta a vedere che mi sono sbagliata anche stavolta.
Scusami… gli disse impostando la voce in modalità “essere in congiuntura spazio-temporale errata”, forse non sai che l’apriscatole è un oggetto, arnese, strumento che dir si voglia ormai obsoleto, siamo nell’era dell’apertura a strappo, dovresti saperlo.
Apertura a strappo? pensò lui che in tutta la sua vita non aveva mai strappato nemmeno le pagine di un quaderno, che sarà mai questa diavoleria? E mentre guardava con aria confusa i gesti esperti di lei che tirava la linguetta della scatoletta che fino a un istante prima troneggiava in un pomposo piatto da portata in cristallo di boemia, realizzò che quello non era uno scherzo come aveva supposto all’inizio di quel fantomatico invito a cena con subliminali promesse, quella era proprio la cena.
Sorrise per circostanza, e pensando velocemente a un modo indolore per sfuggire all’errore di valutazione su quel rapporto agli albori, punse con classe prima un fagiolo nero e poi un chicco di mais, infine allontanò con grazia il piatto…
Grazie, era delizioso ma sono proprio sazio.
Grilletto Salterino
Grilletto Salterino