Le aveva viste perfettamente allineate e
sovrapposte in fondo al banco del tiro a segno. Pensava che questi
giochi non esistessero più da tempo. Scomparsi dalle fiere paesane,
dalla festa del santo patrono e persino dall'ultima festa dell'Unità. E
invece eccole lì, quelle vecchie lattine colorate vivacemente e
malamente impreziosite ciascuna dal disegno di un personaggio Disney. A
cominciare da Gastone Paperone, per continuare con tutta la famiglia di
paperi e topi al completo e in alto quella con le orecchie volanti di
un improbabile Dumbo. Sei nella fila in basso, cinque più su, poi
quattro, tre, due e infine una. Di lato un pupazzone gigante di peluche;
un Dumbo che avresti potuto definire a grandezza naturale. Era il
premio per chi buttava giù tutte le lattine.
Ma non era questo che l'aveva attratto facendolo soffermare dinanzi allo stand che sapeva d'immediato dopoguerra, bensì una Jessica Rabbit, vistosamente truccata, prosperosamente dotata,coperta il minimo indispensabile da un abitino con spacco inguinale e un sorriso ammiccante che pareva suggerire il vero premio sono io!
Ma non era questo che l'aveva attratto facendolo soffermare dinanzi allo stand che sapeva d'immediato dopoguerra, bensì una Jessica Rabbit, vistosamente truccata, prosperosamente dotata,coperta il minimo indispensabile da un abitino con spacco inguinale e un sorriso ammiccante che pareva suggerire il vero premio sono io!
Lui si era fermato di scatto. Uno sguardo
alla biondona, uno alle lattine, un altro all'inebetito Dumbo di
peluche, sorvolando quasi sull’omone che in disparte sembrava stare lì
solo per fare da guardia del corpo. Poi l'attenzione era scivolata
ancora sulla biondona e i suoi occhi fibrillavano in un continuo
saliscendi dalla testa ai piedi della pupa in carne e ossa, appollaiata
su un alto sgabello.
“Vuoi provare, giovanotto?”
Si sentiva come se in un istante fosse stato catapultato sul set di un film di Fellini.
“Due Euro e ti do tre palle. Se butti giù tutte le lattine, Dumbo è tuo!”
Come in trance rispose senza valutare ciò che stava per dire. “ E magari mi dai pure un bacio!”
“Eeee... Per quello si vedrà! - rispose maliziosamente la pupa. Prima fammi vedere che sai fare con tre palle!”
I
due euro passarono dalla sua tasca sul bancone. Le tre palle da un
cestino nelle sue mani. Lui sentì la mano di lei che sfiorava appena la
sua. Gli bastò per sentirsi in un attimo onnipotente.
“ Vai! Attento... mira dritto !”
“Ci puoi giurare!” rispose lui, carico d'emozione e di energia.
Con forza scagliò la prima palla. BUM ! Un ecatombe di barattoli cadde giù.
Ma sfortuna volle che due rimanessero al loro posto.
Gastone Paperone all'estrema sinistra e Paperon de' Paperoni all'estrema destra. L'uno distante dall'altro.
“Bravo! - esultò con forza Jessica – Ce la puoi fare! Hai ancora due palle. No?
Verissimo,
pensò lui senza scomporsi. Mirò con precisione e lanciò la seconda
palla. Paperon de' Paperoni cadde colpito in pieno.
“Un ultimo sforzo e Dumbo è tuo!”
“E anche il bacio!” replicò lui.
“Non ti distrarre e poi si vedrà, bel giovanotto!” Replicò lei con una frase che sapeva tanto di repertorio.
Fu
un attimo. Lui iniziò a prendere la mira con Gastone Paperone negli
occhi, l'omone con un semplice sguardo lanciò un ordine alla biondona e
lei, girandosi di spalle, si calò vistosamente a raccogliere da terra
le due palle già lanciate, il giovanotto si distrasse e perse la mira
concentrandosi altrove; ma oramai il braccio era pronto, la mano si aprì
e la palla volò in tutt'altra direzione con impressionante velocità.
“Ahhhhh!!!” urlò l'omone centrato in pieno in un occhio.” Che minchia combini?
Figlio di troja! “ E si lanciò al suo inseguimento.
Lui
dimenticò all'istante Dumbo, Gastone e Jessica e fuggì scomparendo
tra la folla, tuffandosi in un rivoltante e nauseabondo odore di
salsicce, wurstel e pop corn.
“Venghino, signori, venghino !” - urlava qualcuno lì intorno.
Jessica sghignazzava, come tante altre volte, stringendo tra le mani le due palle appena raccolte.
Sabino Russo