Sei un rompimento di cabbasi. No, non c’è niente da fare. Io stavo vincendo alla Playstation e tu per passare l’aspirapolvere hai staccato la spina. Maledetta, maled…! Che tu sia maledetta!
Manco si può più passare l’aspirapolvere, che uno si sente in colpa! Che poi colpa? Ma colpa di che? Ha comprato un 60 pollici per il dolby surround! Manco un film mi ha fatto vedere, con la scusa degli appuntamenti online con i suoi amici! Pc collegato, tv collegata, auricolari, prese scart, cavo hd, fili bianchi, fili blu, fili neri che si aggrovigliano e passano per tutta la casa, me li sogno pure la notte, me li sogno. E poi certo che non si può passare l’aspirapolvere! Così pieni di cavi, manco fossi la zita di un elettrauto o di un ferramenta. L’Enel potrebbe darci una provvigione per “clienti del secolo”. Così pieni di cavi che potrei usarli per farci un cappio. Già, un cappio. Perché non ci ho pensato prima…
Manco si può più passare l’aspirapolvere, che uno si sente in colpa! Che poi colpa? Ma colpa di che? Ha comprato un 60 pollici per il dolby surround! Manco un film mi ha fatto vedere, con la scusa degli appuntamenti online con i suoi amici! Pc collegato, tv collegata, auricolari, prese scart, cavo hd, fili bianchi, fili blu, fili neri che si aggrovigliano e passano per tutta la casa, me li sogno pure la notte, me li sogno. E poi certo che non si può passare l’aspirapolvere! Così pieni di cavi, manco fossi la zita di un elettrauto o di un ferramenta. L’Enel potrebbe darci una provvigione per “clienti del secolo”. Così pieni di cavi che potrei usarli per farci un cappio. Già, un cappio. Perché non ci ho pensato prima…
Ora mi baci la fronte ed io ho già deciso di ucciderti. Perché la mai vita non ha più senso, perché la tua faccia di cazzo e quella mappina che vai agitando di qua e di là non la posso più vedere. Io ti mangio il cuore e ancora macchiato di sangue giocherò a Call of Duty e lo farò online, con cuffia e microfono così che tutti possano sentirmi.
Mi guardi sorridendo, ma io ho già deciso di ucciderti. Non pensi ad altro, egoista pazzoide affetto da consolemania. Un gioco, un gioco da 70 euro mi hai regalato per il mio compleanno. L’ultimo grido del mondo dei videogames mi hai detto. E poi, possiamo giocare insieme, mi hai detto. E io che speravo in un anello, magari dentro una coppa di Champagne o una fetta di torta. Già una fetta di torta, di quelle che piacciono a te con la crema gialla e la colata di cioccolata bianca. Un ingrediente in più: le mandorle amare per mascherare il cianuro.
No, non ci posso credere! Hai fatto cadere il joypad nuovo. Stronza! Ho dei coltelli alla mia destra, potrei farla finita. Potrei dare un taglio alla mia condanna e al tuo collo. Potrei giocare dalla mattina alla sera, potrei morire dopo una crisi epilettica, ma giocando. Tra un AK-47 e un altro, tra una veronica e un doppio passo. Potrei mettere Just Dance e ballare sul tuo cadavere la nuova canzone di Shakira e Rihanna. Potrei…
Potrei passare l’aspirapolvere senza fare la gimcana fra te ed i fili. Potrei passare la mappina ovunque e sì, anche tre volte al giorno. Potrei guardare gli strappalacrime senza che la tua Play ti chiami a raccolta. Potrei uscire a tutte le ore senza dover pensare al pranzo o alla cena. Potrei viaggiare. Potrei… 150-200mg per una morte lenta e atroce o 300-400 per una morte istantanea?
Mi avvicino. Stringo il coltello da cucina nella mano destra. Bastano pochi istanti.
Inforno la torta. Meglio lavarsi le mani adesso. Basterà una mezz’oretta.
“Amore dolce, che fai con quel coltello?”.
“Eh, cosa? Quale coltello? Ah questo? Per il formaggio! Ovvio!”.
“Certo! Piuttosto sediamoci che è pronto. Ti ho fatto una cosa buonissima…”.
“Subito, amore. Che cos’è pacchionella? Dai, dai, dimmelo! Che non resisto..”.
“Una torta a forma di pallone da calcio. Alla Fifa 14…”.
“Evvai! Da leccarsi i baffi, così mi dimentico quel serpente velenoso che oggi mi ha battuto nella finale online”.
“Amore, ‘velenoso’. Che brutta parola! Non essere cattivo. È un gioco!”.
Eliana Macrì e Gualtiero Sanfilippo