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martedì 6 maggio 2014

Buongiorno, amore!

Maria ha settant'anni. La sua mente è lucida, i suoi occhi aperti, la vista oscurata.
Ti va di farmi compagnia? è la prima cosa che mi chiede senza guardarmi, senza sorridermi.
Conosce "L'arte di ottenere ragione", ha insegnato filosofia. Conosce stratagemmi validi per annientarmi dialetticamente e vincere ogni disputa.
Accetto. Ci facciamo compagnia.
Mi racconta del suo grande amore e mi confida che non si tratta di suo marito. Resto basita; lei ha l'espressione di chi sta per confidarmi il segreto della formula chimica della coca cola.

- Tranquilla! il tuo segreto starà con me, non lo sbandiererò ai quattro venti e se ne farò uso in qualche scritto sarò discreta, non farò nomi, non voglio che "l'effetto farfalla" mi colpisca.
- Vedi Nina, era l'epoca in cui non si baciava se non si amava e per me è stato così.
E io l'ho amato di amore puro e l'ho baciato tanto, troppo. L'amore non lo puoi domare è un cavallo di razza puro sangue. Non eravamo due gocce d'acqua ma ci siamo scelti fra tanti, senza la consapevolezza di farlo.
"Era amore da respirare, lo porto sulla pelle, tra le lenzuola - io penso a un acaro non visibile a occhio umano a volte letale - felice di aprirsi alla vita che germogliò un piccolo frutto che leggero si è trapiantato in me: un piccolo battito - mi dice proprio così e per un attimo penso alla mia cara professoressa di scienze morta zitella però questa lezione mi piace, mi mette speranza e rimango lì in attenzione. E lei continua a dire che l'amore è aria, la mia, la sua che diventa nostra, invade il tuo spazio, il tuo mondo, l'amore si trasforma e non muore.
L'amore rimane, è rimasto; era già cieca, penso io, lui se n'è andato!
- E io non potevo tenerlo, avrebbe avuto i suoi occhi, quelli dell'altro, gli occhi dell'amore, facilmente riconoscibili. Io l'avrei amato di più e gli altri miei figli avrebbero capito e sofferto. Adesso sta in uno di quei barattoli che conservo sottovuoto.
L'amore imprigionato in un barattolo verde di rabbia.
Cosa? Ma questa è matta; prende la mia attenzione però, mi succede poche volte. Resto in silenzio ad ascoltare.
Oggi le bottiglie d'acqua le fanno di plastica e si bacia anche quando non si è innamorati, si deve andare che ti coinvolgi e il cuore non ragiona.
Penso a Candy che nella neve alta e bianca ama Anthony ma si vuole fare Terence, alle sue bugie che erano solo un'istante di fantasia.
Maria ascolta il telegiornale e dice che al governo ci sta gente ignorante come la calia!* e io penso al perché si dica così! ma perché ce la prendiamo tutti con la calia? a me fa simpatia, ha una sua logica concentrica, non è competente? che mi frega? mi mette allegria, mi fa pensare alle bancarelle delle feste patronali e a tutta la gente intorno.
Vuole che le metta il telefono vicino, che non si sa mai potrebbe chiamare qualcuno all'improvviso. Non riesce a mettere a fuoco le cose, ci fruga dentro con filosofia; fissa lo sguardo, punta le pupille che sembra le sia arrivato in dono la vista quando parla di lui, del suo unico amore, ladro del suo cuore.
Ricomincia a raccontare, io ascolto e guardo la grande vetrina in fondo alla stanza.
È piena, all'interno non ci sarebbe spazio neanche per uno spillo.
Amo lo scintillio dei suoi bicchieri luccicanti che ricordano la lama di un coltello.
Alza un dito di scatto e indica il primo ripiano, a sinistra - Uno dei tre è suo, l'ho tenuto qui dentro, senza vita, ho invertito i barattoli, così da non sapere quale di questi fosse il frutto dell'amore e non distinguerli: l'amore materno non deve fare preferenze, sarebbe innaturale.
Che dolce sensazione provo quando mi parla di lui; starei lì accovacciata ai suoi piedi a sognare anch'io quel sogno che lei trasforma in una favola, ma non posso.
Il solito bastardo! l'ha messa incinta, abbandonata e come un coniglio se l'è data a gambe levate senza voltarsi – penso e vorrei dirglielo ma mentre racconta vedo sparire tutto il male attraverso i suoi occhi, sono limpidi e vorrei dirle che avrei potuto avere anch'io il mio barattolo ma non ho fatto in tempo a comprarlo. Sto zitta.
Lei aspetta ancora la telefonata che le cambi la vita. Io aspetto l'autobus che perderò se non mi muovo. C'è tanto lavoro da fare; mi alzo e penso che oggi le preparerò una bavarese alla fragola per addolcirle la giornata e già sento di volerle bene - mia nonna era più simpatica. Ci metterò anche le patate bollite di ieri sera nella mia mousse che non vuole che si butti via niente, tanto non ci vede e poi voglio farla contenta, dopo quello che mi ha detto voglio perdonarla.
Mi fissa - Scrivi d'amore cara, tu sei coraggiosa! - mi urla. Mi mette paura.
Faccio finta di essere distratta e mi dileguo per le vie del corridoio. Un raggio di sole arriva: è una bellissima giornata di sole però in casa fa freddo. Tiro su tutte le tende e noto gli anelli mancanti all'interno del bastone. Ne mancano tre e non alterano il movimento.
Sono in quella che ormai in modo scherzoso chiamiamo "la stanza dei barattoli", mi ritrovo a fissarli tutti quanti e a chiedermi dove stia il figlio adultero.
Oggi lo so, ma non lo dico a Maria, mi vendico così delle sue astute angherie. Lei non ci vede bene ma io ci sento benissimo. Uno dei barattoli è più splendente, il suo contenuto si distingue da quello degli altri per chiarezza di forma e colore.
Il suo tappo intatto non dà ruggine. Eccolo! Afferro il barattolo: "Buongiorno, amore!"

Antonella Tarantino