-Un milione
di euro?!
- Euro più,
euro meno. E' quanto prelevato dai tre conti correnti, di cui uno, con pochi
spiccioli, cointestato a voi figlie, Anastasia e Delfina, giusto?
– Sì, Anastasia sono io e lei è mia sorella. Io,
però, continuo a non crederci... Non ho parole. E' incredibile! E tu che dicevi
che dovevamo lasciarlo vivere, che doveva avere la sua privacy....
-Ah, adesso
la colpa sarebbe mia! Tu sai bene perché abbiamo deciso che vivesse in quella
pensione, invece di andarci due volte a settimana...
-Senti
Delfina, il problema è che adesso... non sappiamo neanche dove sia!
-Scusate
signore, capisco il vostro smarrimento, ma, dagli ultimi prelievi effettuati
sarebbe, anche, possibile rintracciarlo. Ecco, vedete, pare sia un'isola delle
Mauritius...
-Oh mio Dio! (Anastasia
si copre il volto con le mani)
- Guardi,
lei, forse, non sa che nostro padre...ecco, come dire, non avrebbe dovuto
allontanarsi da quella pensione ...perché.... vi era stato affidato dai
giudici! C'è stato un processo...
-E una
condanna...
-E'
terribile, cosa faremo adesso? E noi che ci svenavamo ogni mese per
permettergli una vita dignitosa...mentre lui sapeva bene dove attingere!
-Comprendo
il vostro dramma e sono certo che la giustizia farà il suo corso, ma io devo,
anche, parlarvi dell'altro motivo per cui vi ho convocato personalmente: devo
leggervi questa lettera, giunta alla nostra filiale, da parte di vostro padre.
E' scritto, in calce, che debba essere il Direttore in persona, e cioè io, a
farlo. Posso procedere dunque?
-Una lettera?- le due sorelle si guardano
sorprese- Certamente, faccia pure....
“Care
figlie, innanzi tutto, vi ringrazio per quanto avete fatto per me. Io non vi ho
mai chiesto nulla, ma voi avete ereditato, da quella pia donna di vostra madre,
questo insopportabile eccesso di zelo e di rettitudine. Troppa Chiesa vi ha
fatto male: siete diventate due bacchettone. Non vi siete neanche sposate. Io
nella pensione Vauquier mi sono trovato subito benissimo. Ho conosciuto il
signor Vautrin, faccendiere e portaborse di un noto politico milanese, e ho
deciso di mettermi in affari con lui. Il tempo fugge. E io ho deciso di fare
altrettanto. La notizia è stata accolta favorevolmente anche dalla signorina
Michonneau che, dopo una parentesi da soubrette televisiva, ha pensato di farsi
mantenere da un anziano facoltoso come me, ovviamente, in cambio dei suoi
deliziosi servigi. Unico neo, quell'insopportabile cagnetto Fufù, che,
disgraziatamente, è volato giù dalla nave, la prima notte di Crociera. Comincio
una nuova vita in continuità con quello che ho sempre fatto: spassarmela. Non
vi lascio nulla perché il denaro serve a chi sa farne buon uso. Non
biasimatemi, d'altronde, non si tratta altro che di “quei vasti sentimenti
concentrati che gli ingenui chiamano vizi.”
Ingredienti:
Un padre
degenere
Due sorelle
bacchettone
Un
faccendiere ex portaborse
Una ex
soubrette
Un direttore
di banca
Un cane
defunto di nome Fufù
(Maria Luisa Florio - Honorè de Balzac)