Erano
le dieci di mattina quando mi svegliai per andare a trovare la zia, una bella giornata: il cielo azzurro, il prato verde, gli
uccelli che cantavano. Man mano che andavo avanti verso casa di mia
zia i prati e gli alberi rinsecchivano, il cielo diventava grigio e sentivo una strana
puzza di zolfo.
Arrivai alla casa, i corvi appoggiati al tetto gracchiarono; bussai e all'improvviso mia zia aprì. Entrai e tutto era diverso da casa mia, niente colori, niente foto, niente fiori; mi mostrò tutte le stanze, persino la soffitta e lì la puzza di zolfo aumentò facendomi venire la nausea; uscii immediatamente in balcone e vidi una stradina che portava ad una casetta dove mi parve di vedere una tomba.
Scesi le scale e mia zia mi accompagnò in salotto dove bevemmo una tazza di caffè e notai che nel pavimento c'era una macchia rossa; le chiesi cosa fosse e lei con un tono inquietante disse “era il suo sangue” e poi andò in cucina. Aspettai mezz'ora e curiosa andai a vedere cosa stava facendo...vidi del sangue a terra e aprii la porta e lei era lì impiccata sopra una sedia di colore lilla che mi fece pensare alla canzone “la sedia di lillà” che la descriveva molto. Chiamai la polizia e vennero a fare dei controlli. Io salì in soffitta e mi affacciai al balcone di prima e vidi la tomba chiudersi da sola forse stavo sognando?
Mi trasferii in quella casa in attesa dei funerali, volevo evitare che la casa venisse venduta. Alle 3.46 sentii dei passi giù
nell'ingresso; ero scossa, scesi a vedere
ma prima presi una padella in cucina, vidi una persona attraverso lo spiraglio; avevo il cuore a mille. La aprii e senza che se ne accorgesse diedi una padellata sulla testa... era il mio
vicino e scappò terrorizzato. Rimasi come una cretina, stavo li a guardare pensando
che avessi fatto una figura di merda e andai a letto. L'indomani
andai in una biblioteca nella street down 46 e feci una ricerca
sulla casa di mia zia e trovai cose spaventose, ad esempio che li fu
impiccata e una certa Luana de Zolfo di cui il suo spirito vaga
ancora nella casa e che appena si sentiva puzza di zolfo era certo
che lei era lì; quando uccideva nel braccio delle persone
compariva il segno # così andai a vedere il corpo di mia zia e in
effetti c'era veramente. Tornai a casa e mi ricordai della tomba nel
vialetto e ci andai.....entrai e vidi una lapide dove c'era scritto
Luana de Zolfo, ero spaventata così scappai in casa, mi chiusi nel
salotto e stavolta la macchia di sangue che era per terra si ingrandì
e accanto vi trovai la sedia lilla dove si era impiccata mia zia. Il
cuore a mille, il sudore che gocciolava, l'odore di zolfo aumentava e
io svenni. Ma un rumore mi svegliò ed erano le 3.46 la stessa ora in
cui era morta Luana e all'improvviso sentì un rumore, qualcosa come un digrignare di
denti e la porta della stanza scricchiolando; si aprì e vidi una
ragazza dai capelli lunghi neri, occhi neri e arrossati e la pelle
bianca, sembrava indemoniata; scappai ma mi afferrò la caviglia, caddi
dalle scale, la puzza di zolfo era intensa, mi liberai dalla presa e uscii dalla casa, mi rifugiai nella casetta. Mi ero liberata di lei. Non passò mezz'ora che sentii un
respiro dietro di me e la vidi di nuovo. Mi strappò la mascella e la
mangiò, ero paralizzata e poi mi tagliò il petto e mi strappò
il cuore.
Non sono mai morta, ma la mia condanna è cibarmi dei cuori altrui. Guardatevi alle spalle, potrei venirvi a trovare.
(Fino al 1946 la casa fu causa di molte morti, dopo fu distrutta e con lei anche il mostro.)
Alice Giacona