Non cucino niente stasera. Almeno non devo cucinare niente, penso. Mi apro una scatoletta, carnesimmenthal, mammachebuona. Non serve un apriscatole, non mi serve la tua perizia, non mi servi tu, ce la posso fare da sola, che bello sono sola, e non cucino niente stasera. Mi apro una scatoletta, e non cucino niente, mi apparecchio in salotto, un bicchiere di vino bianco e una scatoletta, magari tonno, tonnonostromomareblù, con l’apertura a strappo, apertura facilitata, a strappo facilitato, a strappo.
A strappo hai detto me ne vado, c’è un’altra e non ti voglio tradire, hai detto, non prenderla male, ma con lei è tutto diverso, hai detto. A strappo hai tirato giù il mese di gennaio dal calendario, era lì da una settimana inutilmente ormai, te lo scordi sempre hai detto, e mi hai guardato, sorpreso nella ridicola inutilità del tuo gesto, delle tue parole. Non mi odiare, hai detto, non odiare lei, lei non c’entra, tra di noi qualcosa era andata a puttane da tempo, lo sai, non odiare lei, lei ha solo facilitato le cose, stare con lei mi ha solo aperto gli occhi. Un’apertura facilitata, penso, mentre dalla finestra ti guardo mettere il borsone nel bagagliaio della Peugeot che dobbiamo ancora finire di pagare, le rate finiscono a maggio, penso, io la volevo rossa, l’abbiamo presa nera come volevi tu, penso meno male, meno male che ci facilitano le aperture, meno male che non serve un apriscatole, che non mi servi tu, che non devo cucinare niente stasera. Mi apro una scatoletta, a strappo, a strappo facilitato.
Patrizia Sardisco