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mercoledì 29 ottobre 2014

Blues

E' una penombra diurna, perché fuori c'è ancora sole, nel locale riposo di prove, di note sfuggite alle dita in una distrazione assuefatta di alcool.
Virginia tamburella con la punta delle dita sul dorso del piano, emette un suono ovattato, una nota soffocata.
- No dai, Francis, fammi provare davvero, dice infine con quelle note cupe e profonde con cui sa modulare la voce.

Francis, a comando, ipnotizzato introduce Summertime, Virginia intona le prime note, lente calde, viola come la pelle che si indovina al buio, al riflesso dell'uscio e della lampada bassa sul leggio, il bagliore dei denti bianchissimi e il bianco degli occhi, stretti a fessura mentre sorride.
- Summertime.
Tutti sono innamorati di Virginia, mentre canta scompare tutto e resta solo il suo viso levigato, le movenze feline dei fianchi, il ritmo elegante delle dita sulla gonna.
Francis si illumina e quella voce inchioda al suolo. Virginia adesso muove appena le mani sull'abito, batte il tempo in maniera insolita, buffa, va su di un  tono in un fievole lamento che accarezza come velluto, finisce di cantare e scende dal palco. Francis l'accompagna con lo sguardo, soddisfatto.
- Uao, dice.
Virginia si accende una sigaretta, il fumo accentua l'atmosfera rarefatta, per un attimo ne viene rapita. Poi agita le mani davanti a sè.
- No, Francis, non canterò stasera. 
- Ma non puoi Virginia! Ci saranno quelli del Neptune, verranno ad ascoltarti!
Scuote la testa, poi il profilo immobile scolpito contro la luce viene interrotto bruscamente, preceduto da  un tramestio impercettibile che esplode in un rumore secco e forte, come uno schiaffo.  Vede appena il bagliore degli occhi colpiti in pieno, sente il bruciore sul labbro e la guancia che gonfiano, un filo rosso cola dal labbro sul seno. 
Un bagliore intanto in fondo dell'uscio che si apre e chiude, si apre e chiude. I mattoni smaltati di rosso alternano il rosso fragola al rosso sangue di porco. 
Tutto è avvenuto in pochi secondi.
Restano impietriti entrambi, prima ch'egli si frughi nelle tasche e trovi il biancore di un fazzoletto di bucato, lo accosti alle labbra e dopo un attimo di sospensione, al seno di Virginia. 
Sbatte gli occhi Francis, giusto adesso doveva toccargli di accostarsi a Virginia, sentirne il profumo così da vicino da guardarle il bianco degli occhi, i ferormoni invaderlo!
Le pulisce il viso con delicatezza, le vorrebbe carezzare i capelli, sfiorarle la guancia con un bacio. Malgrado il momento è colto da un raptus di follia amorosa, e mentre sta avvinghiadola, un tramestio di suole in fondo alla sala. L'uomo ha una pistola che punta contro di loro:
- Ricordati che tu sei niente, Virginia, tu sei niente senza di me. Niente! 
E spara.

Clotilde Alizzi