discontinuando
l'intatta unità
letto per lacrime
come fiumi alluvionali
alternano secche.
Le secche.
Quelle con il fango
riarso, spacccato
eppure melmoso
si impiglia
attorno
ad avventate orme.
Per questo insidiose
intrappolano
il viso, insidiano
il sorriso
avventato
e inconsapevole
E' ancora giovane
e le erbe nuove
sui contorni
dei fossi,
un pò alla rinfusa,
in selvaggio ardore
crescono
come un vestito
mal messo
(abbonda a tratti)
su forme impuberi.
In esse si compie
ancora
ineluttabile destino
e diventa,
Ma quando il vento
può ancora correre
sulle polveri
delle secche,
carpisce e disperde
il polline dei fiori,
anche le erbe nuove
ne avranno bisogno.
E sagace
continuarne il destino.
Come le parole
possono ancora disperdersi
e fiorire lontano.
Sagaci messaggere
agavi altere
su rocce e dirupi.
Clotilde Alizzi
1982