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lunedì 23 marzo 2015

AAS Lab: Cadere

Giocavano, le racchette volteggiavano come farfalle. Sui prati verdi irrorati con costanza, volteggiavano le loro stesse vite. Il bianco dei calzoni e le scarpe sotto maglioni attraversati da un'unica striscia scura all'altezza del petto. Somigliava ad una danza questa vita condita di ogni benessere, erano feste, banchetti e, in questi, danze. Era il tempo del Foxtrot.

Si ballava allacciati saltellando sui bassi tacchi - le signore che lasciavano già scoperte  le caviglie; i signori su scarpini neri di vernice. La musica giungeva da piccole orchestre dislocate ai bordi di stanze e saloni o da giradischi su cui andavano pesanti settantotto giri. I ritmi eravo frizzanti. Quel sapore intrideva gli abiti e la mente, non riuscivano a farne a meno.
Su quei prati verdi si aprirono presto voragini nere che inghiottirono quelle generazioni ignare. Convinzioni, fedi, certezze con esse, fino al centro della terra. Giacquero con i demoni, gli angeli più belli del Paradiso riunirono le ali in code biforcute, calzarono zoccoli fumanti, ripudiarono la luce. Si nutrirono di pece nera e nutrirono l'odio degli uomini con l'avidità e il potere. 
Quando le voragini si aprirono niente fu più impedito. Divenne palese la futilità dell'essere, la centralità, il prato verde. Nulla fu salvato. Tutto fu sangue, fango, polvere. Ammainarono bandiere bianche, issarono quelle nere.
Lasciarono i prati verdi - perchè non cedettero, solo pochi riuscirono a salvarsi.
Ben più difficile per chi liberò i demoni da cui furono soggiogati.

Vidi il più bell'angelo dalle ali dipinte riunirle in una coda biforcuta, calzare zoccoli fumanti. Una voragine. Nera e buia fino al centro della terra, verso quel grumo da cui mosse. Ecco infinita e popolosa la generazione di anime che giunse. Arrivarono. 

Clotilde Alizzi