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martedì 24 marzo 2015

AAS Lab: Godere

L’architetto ha fatto un ottimo lavoro, la scelta della ceramica bianca invece della solita mattonella azzurra ha dato un colore verde smeraldo all’acqua della piscina, l’ambiente è caldo e umido, volendo con un pensiero dionisiaco le Maldive possono prendere il posto di questo cubo di cemento, un elemento disturba! la brezza non profuma di mare ma odora di cloro.

E’ una piscina quasi sempre affollata, gli allenamenti della squadra di nuoto femminile si svolgono in orari diversi. E’ una bella squadra, ma in essa si trova la solita preferita. L’allenatore per spiegare o cronometrare chiama sempre e solo lei, Chiara!
Ma solo di nome Chiara, perché ha capelli neri e pelle olivastra, la classica bellezza mediterranea; bellezza si fa per dire, perché bisogna essere molto indulgenti per definirla tale. In acqua il suo fisico muscoloso dalle spalle larghe le fanno sembrare la testa una piccola palla con una protuberanza, il naso, che ricorda il muso di un toporagno. 
Per fortuna la sua beltà non è alla pari con la sua bravura. Ha sempre i migliori tempi, stacanovista non smetterebbe mai di allenarsi. Tutti in squadra riconoscono la sua potenza invidiandola. 
Sembra una mattina come tante altre, l’allenatore organizza tre gruppi per fare gareggiare. La speranza, di battere nel tempo la preferita, aleggia nelle menti delle ragazze.
Si immergono, l’acqua della piscina tumultuosa come il bollore di una pentola sembra una tonnara. Braccia che tagliano la superficie liquida al cloro. Il respiro è forte – i polmoni sembrano insufficienti per contenere l’aria respirata.
Un grido – una macchia rosso sbiadito in acqua – una mano è arrivata nella faccia di Chiara, il suo naso importante sanguina. Incidente? Una cosa è certa, in questa gara non sarà la prima.

Caterina Guttuso