Ora ricordo la tortura. Fatta di
parole su parole. Volevano levarmi ragione e volontà, sostituirle con le loro
sentenze.
Prima lingua contro lingua, poi
spogliato, imbavagliato, immobilizzato. Non comprendo ancora la mia colpa, non
ci credo, non ne ho. Sono loro i colpevoli i responsabili, loro! Mi
hanno sputato addosso la loro verità, che non è la mia. Ho rischiato di
annegarci, ma io non sono come voi non sono come voi non sono come voi!
Morirò senza capire o forse no,
ma… se avessero ragione?
Bisbigli e mormorii. Mi sforzo di
distinguere le parole ma è un fiume impetuoso impietoso straripante mescola i
pensieri non più individuali e individuabili in una poltiglia accusatrice
d’acqua fango pianto rabbia – freddofreddofreddo - denti straziano la lingua
disarticolata.
Comincio a capirli? Sveglio, devo
rimanere sveglio.Tutto il corpo è dolore, bruciore. Se ho dolore non mi
addormento, se non dormo mi salverò. Devo rimanere sveglio vigile presente per
lottare contro quelle menti che vorrebbero strapparmi la mia verità a morsi e
insinuarci la loro nel mio cervello.
Gola secca per il mio troppo
parlare – ma dovevo! La mia lingua era il mio scudo e la mia spada, per
difendermi e attaccare. Ho male ovunque – AHI! – strenuamente ho serrato la
mandibola troppo a lungo per impedire ai loro pensieri di entrare, per
trattenere i miei e non farli defluire dagli spiragli tra i denti quando non
era più tempo. Sapore di sangue-bile-vomito.
Il mormorio indistinto della
massa giudicante si avvicina - è stato lui, non c’è dubbio – l’alibi non
regge – fare il pazzo, che messinscena – è lui il criminale, eccolo il
colpevole – deve pagare!
Che ne sanno? Loro non c’erano.
Non è vero non è così non è vero! È inutile affannarsi. Nudo, incatenato e
imbavagliato non ho più la forza di parlare, ragionare, difendermi. Ho cercato
di dialogare di spiegare, di farli immedesimare per comprendere capire, ma LORO
SONO SORDI E CIECHI. Sanno solo parlare e parlare. E io no. Non più.
Una voce copre tutte le altre –
squarcio di luce – lampo nella notte.
(a morte)
(a morte)
Serena Giattina