Bisogna che si sposi. Ha quasi ventidue anni, ne va della reputazione della famiglia. Non possiamo permettere che si bruci con uno qualunque, dice la moglie mentre dà nervosamente due punti, non usa il ditale, è esperta nell’arte del rammendo.
La ragazza è robusta assai,
però ha una bella faccia. Il padre lo dice spavaldo, ma tiene lo sguardo basso,
la moglie strappa il cotone con i denti.
Del resto, quasi tutte, dopo il matrimonio ingrassano, vorrà dire che il futuro marito avrà già un’idea di ciò che lo aspetta. Prosperosa, allegra, non sto certo dicendo che sia stupida, mediocre, come nei giudizi scolastici. Balla bene. La casa la mettiamo noi, non le faremo mancare nulla.
Non devi convincere me, - ha messo il punto fermo.
Bene siamo d’accordo.
Sbrigati perché scalpita, non riesco a tenerla a freno, rischiamo che scappi
con qualche manovale, non adesso che frequentiamo gente altolocata. Quel
rossetto che si mette è un segnale d’allarme.
La festa dove la facciamo? I
vestiti migliori certo, uno per la chiesa e uno per il trattenimento, una festa
che se la devono ricordare pure i muri, il cantante, (quello bravo, il
neomelodico) - deve venire da noi.
Chiude il cesto del cucito e
afferra il telefono – Che cosa fai Maria? Chi chiami?
Devo organizzare tutto per
tempo.
Ma la ragazza non ha ancora un
fidanzato.
E a che servono le madri
allora?
Rosa si ritrovò fidanzata
con Tonino, lo pescarono in mezzo alla parentela, ma non troppo stretta che
nipoti stupidi non ne volevano. Lei una ballerina di Botero, lui magro come le
sarde che si appendono ai muri in tempo di carestia, scuro di pelle, lavorava
sui mercantili, pareva tunisino. Mezzi parenti, uno di famiglia. Qualcuno aveva
storto il naso, il chiacchiericcio aveva intasato le linee telefoniche. Vuol
diventare signora, non si cura d’altro.
Maria, il corredo? - Gli
uomini sono fuori dal mondo mormora mentre l’acidità le risale fino alla gola,
ma cosa crede che in questi anni abbia dormito?
I due non parlano, lei lo afferra
per mano e lo fa girare come un fuso nella stanza. Il guardaroba è rifatto, le nozze,
uno sfarzo di tulle e taffetà, lui una virgola nera. Pesce e ostriche,
champagne sprecato, il bicarbonato è servito assieme ai confetti.
E’ ancora imbarcato? Certo.
Sai bene che restano fuori per almeno sei mesi.
Lei, mi sembra ingrassata,
non sarà…- No.
Ancora niente? E’ che ci
vuoi fare, sta troppo tempo da sola.
E’ distrutta, rimane a
letto, non vuole parlare con nessuno, non balla più. Non ne può più di essere
guardata prima al ventre e poi in faccia.
Lo rividero sempre più raramente, poche sparute
apparizioni, sempre più scuro sempre più magro, muto come i pesci con cui
condivideva i mari. Tornava, lei ballava, sorrideva meno. Gravidanze che si
sgonfiavano come bolle di sapone. Corse in ospedale, svenimenti, mancamenti.
Non tornò più. Non era
morto, semplicemente non aveva ragioni per farlo. Non c’era mai stato sul
serio, il cerchietto d’oro rimase al suo posto, bisognava salvare le apparenze.
- E’ al lavoro, pover’uomo non
si risparmia per la sua famiglia.
Rosa imparò l’arte del
rammendo, perse qualche dente, ma al manovale non importava nulla del suo sorriso
bucato.
Adele Musso
Non c’è bisogno
Vedo un posto vuoto a tavola.
Di chi è? Di chi altro? Chi voglio prendere in giro?
La barca attende. Non c’è bisogno di remi
né di vento. La chiave l’ho lasciata
nel solito posto. Tu sai dove.
Ricordati di me e di tutto quello che abbiamo fatto insieme.
Ora stringimi forte. Così. Dammi un bel bacio
sulle labbra. Ecco. Ora
lasciami andare, carissima. Lasciami andare.
Non c’incontreremo più in questa vita,
perciò ora dammi un bacio d’addio. Su, ancora uno.
E un altro. Ecco. Adesso basta.
Adesso, carissima, lasciami andare.
È ora di avviarsi.
Raymond Carver