La morte è
una cosa orribile, specialmente quando tocca un amico caro.
Eravamo in
tantissimi a quel funerale. Tra la folla vidi lui, non credevo ai miei occhi!
Avevo amici in comune con Baudo, ci presentarono, ma appena conosciuti scattò
quella fiamma di passione alla quale non si resiste. Ho tenuto per anni il
segreto, ora basta! Dirò tutto.
Lo confesso,
questa esperienza mi ha cambiato il modo di vedere il sesso.
Noi pubblico,
abituati a vederlo in giacca e cravatta, persona elegante e professionale, pensiamo
che lo sia pure nell’intimità, ebbene sì! Anche a letto porta la cravatta. Un
accessorio di moda che diventa un sex toy.
Eravamo
nella stanza degli ospiti del defunto, non è stato semplice seguire la sua
falcata, però mai come allora fu utile.
Ci spogliammo,
lui guardò me io guardai lui, con un’abilità da illusionista tolse la camicia e
rimase in cravatta, gli strizzava il collo scendendo oltre l’ombelico,
nascondendo il sesso.
La cravatta
cominciò a passarla sui miei piedi, sino alle mie parti intime per poi
continuare sul seno, la cravatta prese tutti gli odori del corpo per poi essere
leccata prima da lui e poi da me. Anche a letto è un creativo, posizioni mai
vissute, si coglie benissimo la sua frequentazione con troppi coreografi, il
respiro ansante. Mi prese una coscia e mi ritrovai col piede in testa, non capivo
ma mi adeguai, l’incrocio di gambe, mani, braccia, tacco punta, gli ricordai
che non sono la Parisi e nemmeno la Cuccarini! Lui e i
suoi tentacoli t’imprigionano, come un calamaro che afferra la sua preda e ti
blocca al suo volere.
Per la sua
stazza risultò impacciato, cadde spesso dal letto, si rialzò, la cravatta sempre
presente.
L’incrocio di
gambe si evolse, il rossore della pelle livido, troppe acrobazie. Annoiata e
stanca di giocare con la sua cravatta scesi dal letto per rivestirmi, lui a
tentare di fermarmi ma sbattè la faccia a terra, mi girai e lo trovai in ginocchio
dolorante con mani giunte davanti a me, cara non andare ti prego. Metto la
cravatta più lunga!?
Lo guardai
ma non dissi quanto pensavo.
Strozzati.
Caterina
Guttuso