
Che già il titolo mi fa
innervosire, che cappero avrà da raccontare una che è signorina e per di
più perbene. Analizziamo il termine signorina, che dalle nostre parti chi
sottolinea l’appartenenza a questo genere riceve come minimo in risposta un
secco e ironico: signorina? All’anagrafe!
Il fatto di non essersi coniugata non assicura in via automatica l'illibatezza, anzi! Perbene, quindi non sposata, illibata e
per proprietà transitiva perbene! Che io a dirla tutta le persone più stronze
che ho incontrato nella mia vita sono le cosiddette zitelle inacidite e
arraggiate!
La signorina in
questione è la Simone De Beauvoir, nata nel 1908 a Parigi, Simone è strana,
eccentrica, e se la guardi ti ricorda una maitresse, ma da quale coiffeur
andava? E che gente frequentava? Arraggiata sì, ma non per carenza di sesso che
sebbene il suo ultimo ragazzo avesse un occhio a Cristo e uno a San Giovanni, sapeva benissimo dove mettere le mani e lei di carenze emozionali non aveva patito.
Precorre i tempi ed è considerata
la musa ispiratrice della nostra Barbara D’Urso che si è cimentata in un’autobiografia
da presentatrice perbene, (che poi è una mania quella di raccontarsi, come se a
qualcuno gliene impippasse un fico secco di sapere i fattacci degli altri).
Il libro venne scritto
nel 1958, il primo di ben quattro volumi, ma se non ho letto il primo
figuratevi cosa ne posso sapere dei successivi.
Di sicuro sappiamo che lei
si metteva le dita nel naso, e non si cambiava le mutande per fare dispetto alla
madre, e ce lo racconta per ben circa 380 pagine, e ricorda alle
signorine che bisogna farsi il bidet almeno una volta la domenica e soprattutto
dopo aver incontrato tipi strabici sugli autobus e con le mani fredde.
Non bisogna spingere le
vecchiette sotto le auto fingendo di fare attraversare loro la strada, questo
non è perbene.
Non bisogna guardare
dal buco della serratura mentre la tua compagna è in bagno, questo non è
perbene.
Non bisogna infilarsi
le dita nel naso e poi toccare la merenda della compagna di banco, questo non è
perbene.
Nella parte finale il
libro ha un guizzo, una sorta di invito ai rapporti incestuosi lesbo acrobatici
e a fare dell’infedeltà il proprio credo, la cosa importante è dare del lei a
tutti mentre si compiono le più svariate zozzerie, queste sembreranno così eseguite in maniera
molto perbene.
Adele Musso