Era da mezz'ora che mi stavo guardando questa bella scenetta: quel crasto di Pinè non mi stava seviziando la crapa?
Ron curnutu che era, c'avevo la scena davanti, lui di spalle.
Non mi sembrò giusto, alla fine siamo tutti creature di nostro signore, e poi a Pinè lo posso capire, la crapa che mi lassò mio zio, no pi cuasa, ma è vero graziusa, ha una boccuzza che pare na rosa, due cusciuzze tise tise, il pelo morbido morbido.. ci sono crape, per dire, che sono larie come la morte.
Mi stava taliando a Pinè.
Che non fu in quel momento che mi hanno rovinato il film?
Si infilano nel magazzino due con uno scecco, lei incinta seduta e lui che tirava, lui che diceva che ci piaceva questo alloggio, lei che rispondeva che questo alloggio era la perfetta immagine della grascia, lui che diceva che solo questo si potevano permettere, lei che rispose: Curò, vedi che poi in tutte le case, quando faranno il presepio, altro che montagne di carta illuminate con le lucine, i picciriddi saranno costretti a sdivacare il cato ra munnizza in un angolo di salotto...Giuse', vedi di finilla e trova una grotta menza pulita.
A me di questo discorsi non me ne fregava assai, fatto sta che Pinè si rivestì e a mmia mi finì u film a gratis, iddi invece attaccarono lo scecco all'anello e si piazzarono.
Dice che se ne andranno dopo Natale. Ddà crapa ruffiana è messa che gli lecca le mani a Giuse'.
E' proprio viziusa.
Giorgio D'Amato