Volevo, sin dalle fasce, fare la cocotte: cipria, profumi,
guepiere. Ed invece usai le giarrettiere come addobbi natalizi, i tacchi rotti
divennero fermaporte e le guepieres vennero donate all'istituto ortopedico in
sostituzione dei gessi. Il mio gesto divenne coro mediatico per celebrare la
generosità di un donatore anonimo. Che alla fine avrebbe fatto il mestiere più
antico del mondo:l'amministratore del bene pubblico, l'anima parlante in
falsetto della democrazia,la voce baritonale dell'oligarchia: il Ministro.
Avevo un bel cane femmina boxer - Erta - ed ora neanche Dudù. Solo due pappagallini addestrati a dirmi che sono brava, intelligente, le tue
proposte fanno riflettere, le tue proposte fanno riflettere, le tue proposte
fanno riflettere... sei brava, intelligente. Ma poi si bloccano. Penso di
sostituirli con un bel talk show. Volevo ballare come Heather Parisi in "Cicale"
ma neanche il ballo della mattonella mi riusciva:il tutù la ricopriva e la mano
morta si imparpagliava tra le strisce di tulle senza arrivare mai al suo ed al
mio surrogato Nestlè. Ma la voglia di vincere era in me; il gabbiano Jonathan
era diventato una mega fotografia alla
testata del letto e quando alla sera, spossata dall'inerzia, appoggiavo la
testa alla testiera, oltre alla craniata suscitavo elucubrazioni notturne sul
mio futuro.
Una mattina mi svegliai arsa dall'amor sacro dell'arte. Ora
faccio la pianista, alla Beethoven. La mia maestra di piano rincoglionita e
brava, pretendeva che conoscessi il solfeggio,il pentagramma e le sue note. Mi
finsi mezza sorda e cecata senza liquidità per un paio di occhiali. Di apparecchio
acustico neanche se ne parlò. Intanto la mia vocazione cresceva: sentivo di essere
pronta a divenire sposa illibata. In quell'anno le sale cinematografiche
ospitavano "Storia di una capinera" ma mia madre aspettava l'uscita di Pretty Woman e Malena per somministrarmele come antibiotico: 2/3
volte al dì per 5 gg. Il video registratore fumava e alla fine, esausto - non di stanchezza ma di cortocircuito -
venne sostituito da Skype.
La mia adolescenza trascorse tra i banchi delle scuole
superiori. I miei insegnanti adottavano libri di testo non convenzionali e
pretesero di insegnarci a pensare per scegliere. Divoravo le loro parole e
divenni almirantiana, berlingueriana, rautiana, pannelliana. Fino a quando non
giunse Lui: alto con i tacchi. Sorriso a 32 denti con protesi, pillolina
azzurra sempre in tasca, elegantemente vestito in doppio petto blu.
Mi innamorai alle sue prime parole,affascinante
affabulatore,lo seguivo in ogni spostamento anche perché il biglietto non lo
pagavo io. Avevo comprato solo per lui stivali a mezza coscia, calze ti vedo e
non ti vedo , filo interdentale come slip e jeans spaccafica. Non gliel'ho
potuta dare perché non me l'ha mai chiesta: la mia adesione al partito. E
allora mi sono buttata nel baratro dell'alcool etilico e delle droghe al
pinzimonio e peperoncino.
Oggi faccio la europarlamentare.
Floriana Sciortino