“Fino
a quando un bambino morirà di fame e una madre sarà costretta a
prostituirsi per sfamarlo, fino a quando ci sarà miseria, ignoranza e
sfruttamento, questo libro non sarà inutile..” (Les miserables - Victor Hugo)
(Anno di grazie 2062)
Il
sogno del grande scrittore si è realizzato, a distanza di duecento
anni, non abbiamo più bisogno di questo romanzo, non ci sono più poveri
nel nostro pianeta, non ci sono più ragazze-madri nel nostro
benquartiere. Nessun uomo è più arrestato per le sue idee politiche, per
il suo credo diverso da quello di stato. Meno che mai sarà arrestato
per aver rubato un’arancia o un panino, davanti alla sua dimora, fissa.
Gli ultimi arrivati si sono stabiliti nel sottoscala, non amavano
sobbarcarsi degli innumerevoli scalini che portavano alla loro soffitta
abitata, l’anno prima.
Non
ci sono più ragazze disponibili né a venti né a duecento euro per le
strade. Tutti hanno un tetto sulle loro teste, oltre i grilli, i
grillini e le colombe, che circolano indisturbati per le vie.
Nessuno si preoccupa più di politica, di economia, d’inquinamento, nessun problema economico affligge l’umanità, né fame, né guerra, né pestilenza, né siccità. Aids è una sigla desueta, fuori programma sanitario e sociale.
Il miracolo mondiale si è compiuto, tutti hanno quello che gli spettava da sempre: benessere, agi, comodità, confort, divertimenti, gastronomia e cibo non mancano in nessun ambiente. Il mondo è di tutti, nessuna disparità divide gli esseri viventi, anche gli animali hanno fatto il loro trionfale ingresso in mezzo agli umani. Le leonesse si accucciano accanto ai piccoli d’uomo, li accudiscono come fossero i propri; alcune specie animali si sono estinte come certe categorie umane, tipo zoppi, ciechi, storpi, omosessuali, sordi, muti, dissidenti, obiettori, nani e mentecatti. L’ultimo è deceduto quest’anno, 2062, si chiamava Silvio Berlocche, aveva un nome diabolico, premonitore. L’uomo non mangia più il fratello bue, né la sorella capra, nemmeno il cugino coccodrillo né la zia rana. Tutti si mangiano tra loro senza cerimonie, senza lotta o leggi della giungla, senza distinzioni di sorta, perché ormai siamo tutti BENE-STANTI.
Ingredienti:
un po' di poveracci
uno scrittore che riscrive 28 volte un romanzo
un popolo che usa troppi accenti
mezzo chilo di Camembert
Nessuno si preoccupa più di politica, di economia, d’inquinamento, nessun problema economico affligge l’umanità, né fame, né guerra, né pestilenza, né siccità. Aids è una sigla desueta, fuori programma sanitario e sociale.
Il miracolo mondiale si è compiuto, tutti hanno quello che gli spettava da sempre: benessere, agi, comodità, confort, divertimenti, gastronomia e cibo non mancano in nessun ambiente. Il mondo è di tutti, nessuna disparità divide gli esseri viventi, anche gli animali hanno fatto il loro trionfale ingresso in mezzo agli umani. Le leonesse si accucciano accanto ai piccoli d’uomo, li accudiscono come fossero i propri; alcune specie animali si sono estinte come certe categorie umane, tipo zoppi, ciechi, storpi, omosessuali, sordi, muti, dissidenti, obiettori, nani e mentecatti. L’ultimo è deceduto quest’anno, 2062, si chiamava Silvio Berlocche, aveva un nome diabolico, premonitore. L’uomo non mangia più il fratello bue, né la sorella capra, nemmeno il cugino coccodrillo né la zia rana. Tutti si mangiano tra loro senza cerimonie, senza lotta o leggi della giungla, senza distinzioni di sorta, perché ormai siamo tutti BENE-STANTI.
Ingredienti:
un po' di poveracci
uno scrittore che riscrive 28 volte un romanzo
un popolo che usa troppi accenti
mezzo chilo di Camembert
Maria Letizia Mineo