Google+

martedì 30 dicembre 2014

Orrori natalizi: La cena della vigilia di Natale

"E così viene Natale. Santa Madonna e la gente va in Chiesa e...a fare la spesa". Maurizio Vandelli, cantante leader dell'Equipe 84, venti anni fa ci augurava buone feste con questo delizioso brano. A molti non dice niente ma a me ha messo subito paura peggio della befana, vecchietta che veniva dal cielo a bordo di una scopa. L'ho aspettata per anni ma io non l'ho mai vista e adesso mi sono stufato peggio della carne a brodo. "La gente va a fare la spesa" recita la canzone di Adelmo e i suoi Sorapis meteora della musica italiana. Ed è questo che mi preoccupa peggio di Babbo Natale a cui non ho chiesto niente quest'anno. Il lato luculliano della festa. Dicembre, si sa, è il mese delle Feste con la F maiuscola, non si può e non si deve fare malafiura con gli ospiti. Ospiti che si presentano in "formazione tipo" come fossero degli sportivi convocati alle Olimpiadi. Marito, moglie, due bambini. Nonno, nonna, parenti-serpenti, fratelli coltelli, sorelle bandiera, cugini di campagna, ricchi e poveri, nullafacenti e nullatenenti, incapienti, genti ca un ci trasi nenti e, dulcis in fundo, gli 'acquisiti', ovvero quelli che prima non c'erano e adesso ci sono, eccome. Per la cronaca sfioriamo le cinquanta presenze a tavola. E guai ad aprire bocca. Altro che "tredici a tavola porta male". Ragionare in cinquanta a stomaco pieno non è peccato ma manco un prìu. Nuccio (all'anagrafe Onofrio) e la cara mogliettina Sarah (da leggersi Sarà...perchè ti amo, come le dice sempre lui) iniziano a pensare alla lista della spesa, dopo la "grande guerra" di arancine superata senza danni gastrointestinali la sera del 13 dicembre, data in cui Santa Lucia fece il miracolo sulla carestia ai siracusani tanto da espandersi a macchia d'olio di semi pure nella nostra famiglia miracolosamente scampata a "i dulura ri stomaco".
Spese le classiche '100 euro' per deliziare i palati, perchè da nostalgici della lira quali siamo l'euro è fimmina e anche se un po' antipatica ce la dobbiamo tenere...in tasca, scriviamo il menu, anzi il menù perchè la cucina italiana è meglio di quella francese. Si va dall'antipasto al dolce e mettiamoci pure il foglietto illustrativo "usare con cautela" altrimenti i "lapardei cafuddanu ra megghiu manera". Dunque vediamo: babbaluci, tartine con caviale rosso, o nero a seconda dell'umore che uno ha, frittola, stigghiole, quarume, musso e carcagnolo (l'insalata palermitana). Per chi non mangia 'vastasarìe' patate bollite, broccolo e cardi in pastella, pomodoro a stricasale o tabulè che se lo cerchi mancu c'è. Tra un intervallo e l'altro tutti sotto con la frutta secca, quella che chiamiamo scaccio. Come primi abbiamo: pasta col forno, pasta con le sarde, spaghetti alle vongole, pasta con l'anciova rossa o nero di seppia. Chi ha mal di panza: pasta squarata, cioè in bianco. Per secondo c'è: pesce lesso, pesce arrosto, pesce in pastella. Assolutamente vietati la neonata, il tonno e il pesce spada. Il negoziante mi ha detto che c'è il fermo amministrativo regionale, e sentito questo domandai: Squali ce ne hai? La risposta fu immediata: C'è l'anguilla del fiume Oreto che è pregiatissima. No grazie preferisco il baccalà di ballarò perchè quello norvegese arresta ru'nnè". Quindi i dolci: Cannolo, torta nuziale di sei mesi fa, panettone motta, colomba viva, pandoro, pan di zucchero, pan di stelle. A mezzanotte durante il brindisi qualcosa non andò bene. In quella tavola affollata e affamata sedeva un traditore, uno che aveva mangiato a sbafo, uno ca s'avia manciatu puru i peri ru tavulu. Cosa ri pazzi chistu si cacò n'capu e pu fetu cà acchianava ci fu u scappa scappa, cu iava a destra, cu iava a sinistra, cu trasieva nno gruppo misto. Il pensiero fisso di Nuccio fu solo uno. L'anno prossimo pane cunzatu per tutti, vabbene Saruccia? Così il bonus famiglia non ce lo mangiamo prima di Capodanno. 

Sabino Bisso