Google+

giovedì 12 febbraio 2015

6. Ordine

Tal giovane Sursurris Agostinus si accompagnava spesso nelle sue passeggiate infra meridianem e post meridianem con pastorello di ignota origine e per questo soprannominato "nuvola ".
Trascorrevano lunghe ore tra le verdeggianti alture, osservando il ruminar delle pecore, gli alti voli dei nibbi e discutendo infra loro sulla giustezza o meno della privazione dei principali accadimenti umani.

Si erano conosciuti tra brulli paesi, fanciulli alle prime elucubrazioni degli umani pensieri, si erano frequentati ancor più assiduamente durante la terribile epidemia di cecità che sconvolse i loro anni puberali ed ora si confessavano in silenzio, reso ancor più profondo dall'infinitezza del cielo, la intima e reciproca volontà al sacerdozio, purché ella non addivenisse ad impedimento per tal profondo legamento.
Essi decisero di separarsi per seguire la lunga e tortuosa via del Seminario.
Ivi, nei lunghi e spesso tediosi mattutini o vespertini, entrambi trovaron sollievo nell'osservare, con occhi celati da palpebre socchiuse, grande messe di confirmazione e , sia pur distanti, in comunione di spirito, l'uno e l'altro meditava sul'ineluttabilità e caducità della vita non trascurando una grattatina alla tunica pidocchiosa.
Che conforto essi provavano alla vista di così tanti giovani diaconi pronti a sacrificare tutto.
Lo zelo, l'impegno, la fatica donata a tutti indiscriminatamente, fecero sì che i due giovani finissero gli studi seminaristici e che, con un te laudamus, giungessero a superare il concorso abilitante per l'insegnamento della.I.R.C. (così recitava il testo del bando e così si firmavano nei registri di classe), stipendiati regolarmente il 23 di ogni mese dall'amministrazione statale ma reclutati annualmente dalle varie Curie in base al principio dell'assoluta moralità.
E così i due giovani - allora - amici si trovarono impegnati nella cura e sviluppo di piccole anime che potevano oscillare , nell'arco temporale, dagli undici ai vent'anni.
Si adoperarono con ogni più intima risorsa alla cura e crescita di quelle anime affidate loro da un destino più che generoso , a volte cieco. A volte, nell'affaticamento del loro sacerdozio, pensaronodi trasferirsi in uno di cui vecchi paesi della lega hanseatica dove per alcuni sacramenti era concessa qualche licenziosità, ma l'abbondanza della messe li fece tremolare ed anche la possibilità di una prossima soglia cardinalizia..
I due non vennero confirmati nel loro Ordine a causa di alcune maldicenze. 
Ora svolgono il servizio pastorale fra i detenuti oltraottuagenari operati di prostatite ma assistiti dal popolo italiano presso le carceri circondariali. Spesso li accompagnano nel loro ultimo viaggio.


Floriana Sciortino