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lunedì 27 luglio 2015

Il calcio spiegato alle zitelle

Con gli occhi chiusi e l'espressione beata, Rosina assaporava un sorso di rosolio alla menta che aveva preparato con le sue sante mani, orgogliosa di offrirlo alle sue amiche, venute a trovarla per aggiornarsi sugli ultimi pettegolezzi. Mariannina, Concetta, che dite, accendiamo la televisione?

Sullo schermo appare un grande prato con degli uomini che rincorrono una palla.

Mmm... guardate quanti masculuna! Rosina, Concetta e Mariannina si avvicinano al televisore, come se così facendo potessero toccarli.
Ah ...dice Concetta,deve essere quel gioco che si chiama calcio.
Calcio? ribadisce Rosina.
Sì, si chiama proprio così questo gioco, ribatte Mariannina, e le tre amiche commentano tutto ciò che sanno.
Praticamente questi masculuni chiamati calciatori, sono divisi in due squadre e ogni squadra cerca di portare la palla nella porta avversaria. La porta? chiede Rosina.
Sì,è una struttura con un telaio e dietro una rete. 
Vedo anche un uomo vestito di nero. 
Quello è l'arbitro,che controlla le mosse dei giocatori, attento che non commettano falli. Si dice così quando un calciatore ostacola un calciatore della squadra avversaria. 

Sentendo quella parola le tre amiche, facendo un associazione di idee, sospirano con aria rassegnata. 

La serata trascorre così per le tre amiche, gustando il rosolio alla menta, schioccando la lingua sul palato e mangiandosi con gli occhi i calciatori – che caldo, come se non bastasse la TV a far alzare la temperatura alle tre amiche (corpi madidi di sudore, muscoli possenti, le zitelle provavano uno strano malessere).

Ditemi, quanto dura una partita? chiede Rosina. 
Fino a quando un calciatore fa entrare una o più volte la palla nella porta.

Rosina, ormai in estasi, non ha dubbi: Così voglio morire, perdendo la partita!


Orsola Bartolone