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lunedì 30 novembre 2015

Finalmente dorme - studio per "La moglie di Pirandello"

Sta dormendo finalmente. Si quietò. Come al solito sognerà cani che si insinuano tra le gambe, che la leccano, si contorcerà. Mi lascerà in pace.
Va a letto presto ultimamente, non regge una giornata intera, lei ha i demoni dentro, vive di ossessioni.
Neanche oggi si è sottratta al rito degli insulti, ha urlato, inveito, il suo divertimento è darmi dello sporca carte, smettila di scrivere minchiate, sono solo minchiate quelle che scrivi, e poi ride sguaiatamente, Luigi lo scrittore di minchiate, diamogli un premio, anzi due, consegniamolo alla storia, che tutti possano godere delle sue minchiate nei secoli dei secoli. Io vorrei sprofondare.
Stamattina mi ha scaraventato addosso l’acqua che stava bevendo, linfa vitale per lo scrittore, bagniamo la sua testolina arida, facciamo fiorire mille idee che lo possano portare lontano, ma neanche troppo, quanto basta per trovare una sgualdrinella nuova, abbagliabile con similitudini misere. Così mi dice da quando ha letto alcune pagine di un racconto che stavo scrivendo, si è riconosciuta, me la sta facendo pagare. Lo fa tutti i giorni, questa è l’unica medicina in cui crede. La ignoro, quando fa in questo modo meglio non ascoltarla, fingere quanto meno, in attesa che le passi, che si distragga. A volte è così, funziona, ma se la mia indifferenza è troppa allora mi lancia quello che ha in mano - quella volta che mi ha versato addosso la pasta e fagioli -, lo faccio per te, dice, questo potrebbe essere uno spunto grazioso per le tue storie piatte, sei piatto Luigi, sei una noia, una barba, sei la morte della letteratura. E ora baciami le mani – l’ho fatto perché si calmasse.
E’ la pazzia, il dottore dice che bisogna assecondarla, darle il calmante e poi aspettare che si rassereni.
Contrastarla non serve, farebbe montare ancora di più il suo malessere, la sua mania distruttiva, da un po’ se la prende con gli oggetti, troppe cose in questa casa, recita sermoni sulla potenza dell’annientamento, sulla necessità di frammentare, prende una brocca e urla, guarda Luigi, questa è una brocca intera, e poi la lascia cadere sul pavimento, guarda Luigi, per terra ci sono cento, mille, diecimila frammenti di brocca. Ricamaci un po’, brocca prima e brocca dopo, e ora prova a riempirla di vino. Si è messa a ridere. E per rendere più chiaro il suo esempio ha mandato in rovina anche il servizio di piattini da dolce, piatto prima e piatto dopo, piatto prima e piatto dopo.
Devi mettere esplosivo, Luigi, ammazza tutti i tuoi personaggi, distruggili, solo così farai pulizia, l’arte vera è un colpo di ramazza e tu, miserello, spolveri con il pennello pupetti di porcellana, Luigi dov’è la potenza?

Dopo che mi insulta le attacca l’emicrania, per un po’ rimane stordita in una smorfia perfida. Sente voci che le urlano, sei pazza, sei pazza, sei pazza. Solo le gocce la quietano. E allora il suo viso, nel sonno, si rasserena, comincia a muoversi nel letto, ritorna pure ad essere bella, poi arrivano i cani.

Giorgio D'Amato