Adamo: E
chi sarebbe questo sanvalentino? che ancora non ho cominciato a dare i nomi alle
cose, non fatemi fretta - un dolore al fianco, non ce l’avevo ieri sera prima
di dormire - qui il primo che arriva detta legge.
Ora, mi sveglio e c’è questo come me
qua vicino, io non l’ho mai visto e a guardare bene non è proprio come me, ha
qualcosa in più e qualcosa in meno, pure un odore diverso, tra fiore e
nuotanelmare, e anche poca pelosità.
Quasi quasi provo a parlarci,
ecco, provo a chiedere se vuole venire con me a mangiare un disco cotto sul
fuoco e poi unire le bocche, mi sembra una buona cosa da unire come inizio, poi
quel che viene.
Secondo me dice di sì - un prurito
sotto la pancia - in questo posto non c’è molto movimento, se non facciamo
delle cose insieme ci sarà da annoiarsi.
Eva: Io
ho il sonno leggero, sento gridare Chi è questo sanvalentino?!!
mi sveglio e vedo là per terra questo
comeme, pieno di peli scuri, un odore da quattrozampe mangiaerba. Già il fatto
che mi guarda, la prima volta che lo vedo, il petto mi batte veloce, se gli
viene in mente di toccarmi con quelle mani sporche, a rovinarmi la pelle nuova
nuova.
Però, a guardare bene, il comeme
peloso non è così male, sempre meglio di quel verdescaglioso che si attorciglia
sull’albero.
Ha una cosa che spunta sotto la
pancia, che impressione! dovrò scegliere una foglia di fico anche per lui, così
magari lo convinco a portarmi a fare un giro, poi in un posticino dove mangiare
un disco di semi macinati impastati con acqua e cotto sul fuoco, e dopo
potrebbe donarmi un cerchio per dito in metallo giallo con una di quelle
cosette dure lucenti. Vabbé, non è così peloso e puzzoso, mi viene quasi voglia
di spostare i peli della faccia e di appoggiare la mia bocca sulla sua.
Oddìo, eccolo che arriva e non ho
ancora messo un po’ di nerofumo sugli occhi.
Raimondo Quagliana