Oggi
ho passato la mattinata a pensare a noi com’eravamo prima. Sono rimasta a letto
con te disteso al mio fianco a dirmi parole segrete, accarezzandomi i capelli.
Poi ho sentito bussare, l’ennesima provocazione per trascinarmi nel loro
incubo, ma stavolta non ci casco.
Possono
tenerci lontani chilometri, ma noi siamo più forti, siamo indistruttibili.
C’invidiano perché io e te insieme vivifichiamo la loro frustrazione. In fondo
non è cambiato molto da quando vivevamo nella nostra casa, ti ricordi? Prima
che usurpassero la purezza del nostro amore. L’isolamento è un dono, seppure
frutto della loro cattiveria, e a distanza continuiamo a viverci come sappiamo
solo noi. La possibilità di un amore perfetto li ha fatti infuriare. I vicini
con le loro angherie hanno disturbato di continuo le nostre giornate
silenziose, di contemplazione e adorazione reciproca. Ci odiavano. Da tempo
avevamo capito che tramavano contro di noi. Avremmo dovuto essere subdoli come
loro e invece - ingenui noi - siamo caduti nella loro trappola dopo la
provocazione più irritante: il pianto e le urla di quel bambino maledetto – ce
l’ho ancora nelle orecchie –. Che bassezza usare un figlio come strumento di
aggressione, ma poi ho realizzato che quel moccioso sarebbe stato nostro
nemico, una volta cresciuto, come e peggio di quei maiali che l’hanno messo al
mondo. A pensarci, il sangue mi bolle come allora, rifarei tutto e anche peggio
tale è la mia voglia di vendetta, ma non ripeterò gli stessi errori, non gliela
darò vinta. Avevo creduto di doverti avere vicino per sopportare questa vita,
ma scopro che non è così. Mi tocco il petto e sento il ritmo del tuo cuore. Sei
ancora con me. Non è cambiato nulla.
Serena
Giattina