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giovedì 24 marzo 2016

Il Gattopardo raccontato dalle cameriere - Le strade siciliane


Ahi ahi ahi! Madre Santissima ma chi me lo fece fare...ahi ahi ahi che dolore ai reni! Appena arriviamo a Donnafugata, a terra bacio! Avessi il tempo, manco scesa dal carretto e già ci saranno mille cose da pulire. Sì, perché i signori si vengono a fare la villeggiatura ma a noi mischinelli ci tocca fare le pulizie straordinarie. E poi maledetta polvere, ovunque ci s'infila: nelle scarpe, fra le pieghe degli abiti, nei cappelli,nel pelo dei cavalli che da neri diventarono grigi. Pure nel corsetto me la sento, appiccicata alla pelle. E tutta 'sta lordia chi la lava? La sottoscritta! Il Principe cambia abito già tre volte al giorno, lui all'eleganza ci tiene, però bisogna dire che bieddu è, sempre raffinato.


Ma insomma non ci lamentiamo, fino a che starò al servizio dei Salina, come disse la buon'anima di mia madre, pane non me ne mancherà mai. Mica come mia sorella che si sposò un viddrano e ora per campare devono riuscire a strappare qualche cosa da quella polvere. Ma che può crescere in una terra che per sei mesi l'anno non vede una goccia d'acqua e poi arriva la pioggia tutta assieme a portarsi via semi, piante, animali e cristiani? Terra secca, rossa come le camicie dei garibaldini che vennero qua a dire che faranno rifiorire la Sicilia. Ma quando mai! La terra sempre arida sarà e sempre caccerà fuori le sue spine. Se fosse dipeso dalle nostre strade, le camicie rosse non sarebbero andate lontano, che noi per attraversare mezza Sicilia ci stiamo mettendo tre giorni fra buche e vie franate...ahi ahi ahi i reni...Ma si sa qui come sono considerate le cose di tutti. Le strade? Proprietà di nessuno sono, e quindi perchè ce ne dovremmo curare? Ci puliamo la balata di fronte la porta di casa nostra e l'acqua fitusa la buttiamo un palmo più in là.

Annalisa Balistreri