da La moglie di Pirandello, romanzo in progress: Giovanna, casalinga repressa, un giorno si sveglia e rivela di essere Antonietta Portulano, la moglie di Luigi Pirandello
Di me e di te che eravamo due granchi che intrecciavano
le loro zampe, di me e di te che eravamo tutt’uno – ricordi
come si univano i nostri piedi quando dormivamo insieme? -, di me e di te e di tante giornate
trascorse a scegliere come riempire le nostre vite, di tanti piatti di ceramica
che abbiamo comprato uno ad uno perché ci piaceva l’azzurro di quelli con i
tulipani o l’arancio degli altri a fiori (gli stessi piatti che ci siamo svuotati
addosso, che hai scaraventato per terra per il piacere di vederne i cocci, che
hai provato ad incollare quando ti sei resa conto di ciò che avevi fatto, che
ti hanno fatto bestemmiare perché la colla non avrebbe fatto miracoli, che ti
hanno fatto piangere perché le bestemmie non ti svuotavano abbastanza, che ti
hanno resa muta dopo che ogni coccio è finito tra paletta e scopa dentro il
sacco nero).
Di me e di te che eravamo granchi.
Ieri ti sei girata. Dei tuoi piedi niente, solo un ricordo
sbiadito che per un attimo avremmo potuto rievocare.
Giorgio D'Amato