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martedì 1 aprile 2014

Letteratura low-cost: Il micio maculato

Alle sei del mattino i siciliani erano già tutti svegli. Gli era venuta voglia di fare strade, zappare, alcuni erano impegnati nel trovare formule nuove di associazione, una diavoleria dal nome cooperativa agricola in cui manovali, contadini e padroni avrebbero condotto insieme la lavorazione delle terre, secondo diceria di popolo gli accordi prevedevano il 70% del raccolto ai contadini e il 30% ai proprietari terrieri. L’avvento dei garibaldini stava producendo un rinnovamento che lasciava attonito persino il principe di Salina che non era troppo convinto delle parole di suo nipote Manfredi – quell’ avventuriero gli aveva riportato che i siciliani stavano distruggendo i templi di Agrigento e la chiesa di San Giovanni degli Eremiti; a Cefalù i mosaici bizantini erano stati staccati e in serata era prevista la scoperchiata della tomba di Federico II.

Tutti questi monumenti – sosteneva Manfredi -, alimentano miti in cui i vecchi siciliani della tua guardia si sono rintanati, noi siamo il cambiamento e nulla resterà allo stesso modo. Zione, vado, mi aspetta uno venuto da Torino, un certo Chevalier, mi vuole proporre di entrare in Parlamento, tu che ne dici? Ah, ho una cosa per te – Manfredi mancò neanche trenta secondi e rientrò con un cestino -, guarda Zione, è un micio maculato, l’ho trovato per strada.
(Il ballo ci fu, il principe avrebbe preferito i soliti valzer, Manfredi anticipando i tempi di cent’anni disse che prima o poi tutti avrebbero ballato una musichetta allegra che si sarebbe chiamata twist. Una voce che usciva da un aggeggio con una tromba in ottone cominciò a cantare “Guarda come dondolo" - il cane Bendicò stava sdraiato per terra, il micio maculato gli torturava le orecchie.)

Ingredienti:
Un principe preoccupato
Un valzer
La figlia di un arricchito
Un foulard animalier

Giorgio D'Amato